18 Settembre 2007

Venti preti contro la base. Costa: “Il governo ha deciso“

Venti preti contro la base. Costa: “Il governo ha deciso“ “Contestiamo la modalità della scelta“. Il commissario straordinario: “Sulla questione il parlamento non ha sindacato“

Un gruppo di preti vicentini prende posizione contro il Dal Molin. Una delegazione guidata da don Antonio Uderzo e rappresentativa di una ventina di religiosi, ha incontrato ieri l`ex sindaco di Venezia in Prefettura. Il commissario era in città per fare il punto della situazione sui lavori previsti per “Camp Ederle 2“, ma prima si è sottoposto all`imprevista tirata d`orecchie da parte di uomini di chiesa locali che hanno parlato semplicemente a loro nome, senza cioè rappresentare questo o quel particolare movimento.Un colloquio lungo e riservato, che poi don Uderzo ha sintetizzato così: “Abbiamo fatto presente a Costa che siamo rimasti particolarmente colpiti dal modo in cui la decisione è stata presa – ha detto don Uderzo – Il sindaco Hullweck ha tenuto nascosto il progetto ai suoi cittadini per ben due anni. Gli imprenditori del territorio e i politici di maggioranza hanno accettato e favorito il progetto per puri scopi di profitto“.I preti hanno lamentato anche “la mancanza di un voto del Parlamento o qualcosa di simile“, ma il commissario ha risposto sottoscrivendo quanto espresso dal vicepremier Rutelli nella sua burrascosa visita vicentina: “Sulla base c`è una decisione del Parlamento“. “Un governo deve decidere della spada, della bilancia e della moneta: in questo caso la decisione sulla spada è arrivata – ha spiegato Costa – Il parlamento ha diritto di sindacare, ma sul Dal Molin non ha sindacato“. Da parte delle camere quindi sarebbe giunto sulla questione una sorta di silenzio-assenso. Il fatto che poi al Tar di Venezia, in occasione del ricorso Codacons, lo Stato non abbia portato un documento, non preoccupa Costa: “La decisione c`è e verrà dimostrata in giudizio. Le decisioni politiche e quelle amministrative viaggiano a velocità diverse. Intanto il primo ricorso è stato ritirato. Il mio ruolo è stato deciso attraverso una delibera ministeriale. Qui non c`è un problema di trasparenza, qui si tratta di diversità di opinioni. Una parte della popolazione non condivide la politica estera dell`esecutivo, ma oggi questa parte negli organi democratici è una minoranza. Gandhi insegna che la democrazia è il parlamento“.“Mi auguro – ha continuato Costa – che la bonifica del Dal Molin possa essere effettuata senza invasioni o altre azioni illegali da parte di contestatori: sarà un banco di prova della maturità della comunità vicentina. Gli alberi portati sabato scorso all`aeroporto? Una bella idea, niente da dire. Però assieme ai vicentini c`erano quelli di “No Mose“, “No Tav“ e il no global Luca Casarini. A me interessano i cittadini che abitano nella zona di via Sant`Antonino e che si preoccupano dell`impatto della base. Sono paure legittime ma io sono qui per far valere il diritto alla compensazione: sono qui per occuparmi di mitigazioni e risarcimenti, ma posso dire che il Dal Molin sarà semplicemente un luogo di ricreazione per i soldati americani, un progetto molto meno spaventoso di quanto si creda“.Anche il secondo quesito referendario, è stato rilevato, è stato bocciato dal comitato dei saggi del Comune di Vicenza. Il primo fu bocciato con la motivazione che si trattava di “opera di difesa nazionale“, cioè una struttura sulla quale il consiglio comunale non ha competenze. “Confermo che per il governo si tratta di opera di difesa nazionale – ha commentato Costa – E poi su che cosa andrebbero a votare oggi i vicentini? Chiaro che prima deve esserci un progetto finale (probabile oggetto del prossimo incontro del Comipa del Veneto, ndr). Posso dire che sono in corso sia lo studio di incidenza ambientale che la gara d`appalto. Quest`ultima prende in considerazione proposte sia per la parte est che per la parte ovest del Dal Molin“.

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