VENETO BANCA: CONSOB E PROCURA ROMA INDAGANO SU AUMENTO DI CAPITALE
VENETO BANCA: CONSOB E PROCURA ROMA INDAGANO SU AUMENTO DI CAPITALE
CODACONS:
PROCURA INDAGA A SEGUITO DI NOSTRO ESPOSTO. AZIONISTI POSSONO ADERIRE
AD AZIONE RISARCITORIA LANCIATA SUL SITO WWW.CODACONS.IT
L’indagine della Procura di Roma sull’aumento di capitale di Veneto Banca è stata aperta a seguito di un esposto presentato nei giorni scorsi dal Codacons alla magistratura. Lo rende noto la stessa associazione dei consumatori, commentando le notizie apparse oggi sulla stampa.
La denuncia del Codacons, depositata alle procure di Roma e Treviso, faceva proprio riferimento all’aumento di capitale dell’istituto di credito, ed era finalizzata ad ottenere una inchiesta nell’interesse degli azionisti della banca.
Scriveva il Codacons nell’esposto:
“la scrivente associazione intende portare all’attenzione di codesta magistratura i tentativi da parte di operatori attivi nelle filiali di Veneto Banca S.p.A di convincere correntisti a partecipare all’aumento di capitale avviato l’8 giungo scorso da Veneto Banca s.p.a. Al riguardo si espone quanto segue:
1) il Prospetto approvato da CONSOB in data 7 giugno u.s. riporta nelle prime pagine i punti di criticità e di allerta per una valutazione della proposta. E’ di tutta evidenza che solo una forte propensione al rischio è compatibile con l’acquisto di un’azione di Veneto Banca. Si ripetano comportamenti di “induzione all’acquisto” per i quali è in corso una valutazione del profilo penale. Del resto il sostanziale divieto a fare pubblicità presente nel Prospetto era diretto ad evitare che si sfumassero i punti di criticità con il rischio di una seconda scottatura del risparmiatore fiducioso.
2) I moduli per la prenotazione delle azioni da aucap riproporrebbero ancora il teatrino di ricondurre in capo al risparmiatore l’iniziativa dell’acquisto mentre la Banca si arrende di fronte all’insistenza, ritirandosi anche dalla “consulenza”. Anche questa prassi è oggetto di valutazione del rilievo penale.
3) Per captare il consenso il promotore sviluppa una proiezione di quotazione del titolo a 50 centesimi e suggerisce una quantità di azioni da acquistare che consente di compensare le perdite subite. Peccato che si trascuri che la quotazione a 50 centesimi presuppone una capitalizzazione da 5 miliardi di euro (superiore a quelle dei tempi d’oro!) pari ad un terzo di quella di UNICREDIT e superiore alla somma di BPM e Banco Popolare.
Quanto sopra premesso si richiede una puntuale verifica
– delle istruzioni impartite dai vertici aziendali o da altra “cupola” operativa nell’organizzazione della banca per dare esecuzione all’aucap, valutando l’eventuale connessione con la gravità dei fatti denunciati;
– se i comportamenti “seduttivi” siano iniziativa del singolo promotore o il risultato di un’azione concertata;
– Se le pratichi di captazione del consenso rappresentino una forma surrettizia di “pubblicità” ingannevole;
– la legittimità di utilizzare la conoscenza di disponibilità finanziare, dato assolutamente sensibile e protetto, per svolgere azione di promozione di un prodotto della banca stessa”.
“Ancora un successo per il Codacons, l’associazione italiana che rappresenta il maggior numero di azionisti sul territorio – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ora grazie alle nostre denunce si farà finalmente luce sull’aumento di capitale di Veneto Banca. Intanto invitiamo tutti gli azionisti della banca a tutelare la propria posizione e i propri diritti avviando le dovute azioni risarcitorie attraverso i moduli pubblicati sul sito www.codacons.it “.
-
Sezioni:
- Comunicati stampa
-
Aree Tematiche:
- BANCA