Vendite al dettaglio, più 3,7% a ottobre. Ma per la prima volta ecommerce in calo
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- Help Consumatori
Per la prima volta dal 2016 l’ecommerce è in calo: meno 3,7% a ottobre 2021 rispetto allo scorso anno. Mentre sono positive le vendite nei piccoli negozi. Sono due dei dati più rilevanti che emergono dall’analisi Istat sulle vendite al dettaglio di ottobre 2021, diffusa oggi.
A ottobre infatti le vendite al dettaglio segnano una lieve crescita rispetto al mese precedente (+0,1% in valore e +0,2% in volume). A determinare il segno positivo sono le vendite dei beni non alimentari (+0,3% in valore e +0,4% in volume) mentre quelle dei beni alimentari sono in calo (-0,1% in valore e -0,2% in volume).
Su base annua, invece, le vendite al dettaglio aumentano del 3,7%, trainate soprattutto dai beni non alimentari che un anno fa segnavano il passo.
Vendite al dettaglio, più 3,7% a ottobre 2021
Su base tendenziale, dice l’Istat, a ottobre 2021 le vendite al dettaglio aumentano del 3,7% in valore e del 2,8% in volume. Sono in crescita le vendite dei beni non alimentari (+6,4% in valore e +5,7% in volume) mentre quelle dei beni alimentari aumentano lievemente in valore (+0,2%) e diminuiscono in volume (-0,9%).
«Ad ottobre 2021 continua l’andamento positivo delle vendite al dettaglio in termini sia congiunturali sia tendenziali, dovuto essenzialmente alla crescita delle vendite dei beni non alimentari – spiega l’Istat – Per il comparto alimentare, si evidenzia un risultato tendenziale positivo per le imprese operanti su piccole superfici e un lieve calo per la grande distribuzione, in cui sono in diminuzione le vendite dei supermercati (-2,2%)».
Novità: cala l’ecommerce
Uno dei dati nuovi è rappresentato dal calo dell’ecommerce, che lo scorso anno aveva registrato un boom causa pandemia e che viene da una lunga serie di segni positivi.
Rispetto a ottobre 2020, infatti, le vendite al dettaglio aumentano per la grande distribuzione (+2,7%), per le imprese operanti su piccole superfici (+5,8%) e per le vendite al di fuori dei negozi (+2,2%) mentre si registra una diminuzione per il commercio elettronico: – 3,7%.
«Tra le forme distributive si sottolinea il calo tendenziale del commercio elettronico, per la prima volta dall’inizio della serie storica; tale risultato è spiegato anche dal livello eccezionalmente elevato di ottobre 2020», commenta l’Istat.
Vendite al dettaglio, su abbigliamento, calzature e giochi
Il confronto su base annuale dice che gli italiani sono tornati a comprare, più di tutto, abbigliamento e calzature (generi in crisi durante la fase 2020 della pandemia), elettrodomestici, giochi e giocattoli.
Tra i beni non alimentari, c’è una crescita tendenziale per quasi tutti i prodotti, ad eccezione di Dotazioni per l’informatica, comunicazione, telefonia (-3,6%), Generi casalinghi durevoli e non durevoli (-1,1%) e Cartoleria, libri, giornali e riviste (-1,0%).
Gli aumenti maggiori riguardano invece Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+14,8%), Abbigliamento e pellicceria (+14,2%) ed Elettrodomestici, radio, tv e registratori (+12,7%). Bene anche le vendite di giochi e giocattoli (+10,2%).
Consumatori: incognite inflazione e caro bollette
Per le associazioni dei consumatori sono dati positivi sui quali pesano due grandi incognite: l’inflazione e il caro bollette.
Per la seconda volta consecutiva, dice l’Unione Nazionale Consumatori, si sono recuperati i valori pre-crisi.
«Secondo il nostro studio, infatti, le vendite di ottobre in valore sono maggiori sia nel confronto con quelle di febbraio 2020, +2,2%, che rispetto a gennaio 2020, +3,5% – dice il presidente UNC Massimiliano Dona – La rimonta avviene anche per le vendite non alimentari, rispettivamente +3,1% e +3,3%. Non solo, ma anche nel raffronto con ottobre 2019 e 2018 i valori sono migliori: +7,1% e +8,1%. Insomma, non c’è comparazione che non sia positiva».
«Su questa buona notizia, però, pesa per il futuro l’effetto inflazione e caro bollette di luce e gas che a novembre e soprattutto a dicembre potrebbero determinare un duro contraccolpo nelle vendite – prosegue Dona –L’inflazione, che sale del 3% di ottobre al 3,8% di novembre, e le spese obbligate legate a luce e gas, con i rialzi scattati dal 1° ottobre ma che non sono stati pagati prima della fine di novembre, riducendo il potere d’acquisto e il reddito disponibile delle famiglie avranno come conseguenza una gelata sugli acquisti, anche di Natale».
Sul futuro delle vendite al dettaglio «pesa come un macigno l’incognita dell’inflazione e del caro-bollette», commenta il Codacons.
«L’incremento delle vendite su base annua è un fattore positivo per l’economia, ma il rischio concreto è che la crescita del commercio registrata a ottobre venga del tutto annullata dal balzo dei prezzi al dettaglio registrato a novembre e dagli incrementi delle bollette energetiche alle porte – dice il presidente Carlo Rienzi – A fronte di una inflazione così elevata con rincari di prezzi e tariffe in tutti i settori, e considerato l’oramai certo rincaro delle bollette di luce e gas che scatterà a gennaio, le famiglie reagiranno riducendo i consumi, con un conseguente calo delle vendite al dettaglio e danni per il commercio».
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