6 Novembre 2021

Vendite al dettaglio a livelli pre Covid

 

 

La ripresa c’èè. Le vendite al dettaglio di settembre rilevate da Istat segnano una crescita dello 0,8% e si parla di rimonta sui valori pre pandemia. Un dato addirittura in controtendenza con le rilevazioni Eurostat, che segnalano un calo destagionalizzato dello 0,3% nell’eurozona, rispetto all’aumento italiano dello 0,3%. Ci sono però delle incognite lungo il percorso: l’inflazione che è già raddoppiata da giugno a ottobre,e la possibile quarta ondata dei contagi che potrebbe tornare a strozzare i consumi verso la fine dell’anno. L’istituto di statistica ha stimato una crescita dello 0,8% in valore e dello 0,6% in volume rispetto ad agosto. Su base annua, nel trimestre l’aumento è del 5,3% in valore e del 3,9% in volume, soprattutto per i beni non alimentari (+7,3% in valore e +5,7% in volume) seguito dall’aumento per gli alimentari (+2,5% in valore e +1,4% in volume). La crescita riguarda quasi tutte le categorie – l’elettronica e gli elettrodomestici segnano +26,3% – tranne i tessili,i mobili e gli articoli di arredamento. Per l’Unione nazionale consumatori si tratta di “dati ottimi”. “Per la prima volta, infatti, si sono interamente recuperati i valori pre crisi. Mentre si era già verificata la rimonta sui valori pre-pandemia di gennaio 2020, mai, salvo ora, si erano superati quelli del febbraio 2020, ultimo mese pre lockdown”, commenta il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona. Ma i risultati devono fare i conti con l’inflazione, “più che raddoppiata da giugno a ottobre, da +1,3% a +2,9%”. “Se dovesse proseguire la sua corsa, le vendite potrebbero subire uno stop perché le famiglie potrebbero decidere, a titolo precauzionale, di rinviare gli acquisti in attesa di tempi migliori, con il rischio di un Natale in bianco”, ha aggiunto Dona. Il Codacons lancia un allarme stangata d’autunno: “Le vendite al dettaglio dovranno presto fare i conti con i rincari delle bollette luce e gas scattati ad ottobre, col caro-benzina e con la crisi delle materie prime, fattori che stanno determinando rincari di prezzi e tariffe in tutti i settori”, ha spiegato il presidente dell’associazione Carlo Rienzi. Gli effetti della campagna vaccinale si fanno tangibili, ma il fronte pandemico potrebbe rallentare la corsa dei consumi invernali. Secondo Confesercenti “l’impatto sulla propensione al consumo di una nuova ondata pandemica potrebbe determinare, fra il quarto trimestre 2021 e il primo trimestre 2022, una minore spesa di almeno 5 miliardi”.

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