Vecchie “glorie“ ci garantiranno dai ladri…
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fonte:
- La Padania
ROMA – Quasi tutte vecchie conoscenze della Prima Repubblica. Per assicurare la massima trasparenza nella gestione delle risorse raccolte, fra cui i 70 milioni di euro stanziati dal governo italiano, è stata prevista l?istituzione di un comitato di garanti composto da Giuliano Amato, Giulio Andreotti, Emma Bonino, Andrea Monorchio e Giorgio Napolitano. L?ex ragioniere di Stato Monorchio coordinerà il gruppo. L?obiettivo è evitare il bis della Missione Arcobaleno, oggetto di pesanti inefficienze e scandali.
I cinque garanti dovrebbero vigilare sulla trasparenza degli aiuti, garantire un maggiore coordinamento tra tutte le istituzioni coinvolte negli interventi di sostegno. La decisione è stata presa mercoledì sera a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Oltre a Letta, erano presenti il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, il ministro dell?Interno, Giuseppe Pisanu, il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo e i responsabili di tutte le amministrazioni e dei corpi civili e militari interessati.
Una decisione molto discutibile, peraltro contestata apertamente dal Codacons, associazione di consumatori specializzata in analisi dei conti pubblici. Afferma la presidente del Codacons Liguria, Anna Massone: «Non si capisce in base a quali criteri siano stati scelti questi 5 soggetti, e quali siano i loro requisiti che possano garantire la massima trasparenza in tutte le operazioni relative ai fondi raccolti». Secondo la Massone «l`unica garanzia per i cittadini che hanno deciso di devolvere in beneficenza il proprio denaro consiste nella pubblicazione su internet nel dettaglio dell?utilizzo dei fondi raccolti, ossia la pubblicazione di come e quando viene speso ogni singolo euro raccolto». Se proprio si voleva creare un gruppo di garanzia credibile, afferma la Massone, «allora dovevano essere coinvolte anche le associazioni dei consumatori, che da sempre vigilano sull`uso del denaro pubblico».
Problemi di sciacallaggio più o meno diretto si presentano già oggi, e non solo nelle zone colpite, ma anche in Paesi molto avanzati. Approfittando dello slancio di generosità internazionale suscitato dal maremoto in Asia, ladri, sciacalli e imbroglioni di ogni risma si ingegnano a trovare modi per impadronirsi di una fetta della torta. Raccolte di soldi finte o dirottate, abitazioni delle vittime e dei dispersi svaligiate, furto di merci ed equipaggiamenti destinati alle popolazioni sinistrate: da Hong Kong a Oslo, le forze di polizia segnalano delitti di ogni genere legati al dopo-tsunami.
In Norvegia, ignoti hanno rubato salvadanai e contenitori collocati nei negozi e supermercati per raccogliere denaro, indumenti e altri oggetti destinati ai terremotati, in alcuni casi sotto l?occhio impotente delle telecamere di sorveglianza. Da Francoforte a Budapest, ladri e truffatori sono stati sorpresi mentre, per strada o bussando alle porte delle case, cercavano di procurarsi denaro, fingendosi rappresentanti di organizzazioni internazionali o enti di beneficenza, veri o di fantasia. La polizia danese ha fermato due bambini che, esibendo salvadanai targati Unicef (il Fondo dell?Onu per l?infanzia), raccoglievano soldi per strada a Copenaghen; mentre a Oslo, un uomo è stato arrestato mentre sollecitava donazioni per la Croce rossa norvegese dopo che questa aveva annunciato di aver sospeso la raccolta di fondi. Una banca norvegese ha chiuso il conto di un cliente dopo che le sue coordinate bancarie erano finite su un annuncio di giornale che faceva appello alla generosità dei lettori. La polizia norvegese nei giorni scorsi ha messo in guardia contro possibili imbrogli e truffe. In Olanda, una donna anziana è stata colpita alle spalle e rapinata in casa da giovani che le avevano chiesto un?offerta. Difficili da reprimere, e pure numerose, sono le campagne su Internet o via e-mail. La polizia di Hong Kong e rappresentanti dell?organizzazione umanitaria Oxfam hanno messo in guardia contro truffatori che, presentandosi come membri della sua branca locale, diffondevano messaggi elettronici per raccogliere doni.
In Gran Bretagna, Scotland Yard ha aperto un?inchiesta su un ?piccolo numero? di siti sospetti. Capita anche spesso che alcuni superstiti della tragedia – magari turisti che hanno anche perso familiari – trovino, al rientro, la casa svaligiata: la pubblicazione di liste di dispersi ha dato l?idea ai malviventi di andare a cercare nelle abitazioni vuote. E non è l?unico caso. Per questa ragione in Svezia, il primo ministro rifiuta di rivelare i nomi dei dispersi.
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