31 Marzo 2013

Varese processa le “sette sorelle” IL GIP BATTARINO”

Varese processa le “sette sorelle” IL GIP BATTARINO” 

«Esistono indizi di commissione dei delitti di aggiotaggio e truffa aggravata da parte dei legali rappresentanti, componenti del consiglio di amministrazione e dirigenti delle compagnie petrolifere». Non è una sentenza di condanna, non è (ancora) il processo. Ma pesano come un macigno le parole scritte dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Varese, Giuseppe Battarino, in merito all’ inchiesta, avviata un anno fa dal procuratore capo, Maurizio Grigo, e dal sostituto procuratore, Massimo Politi, sui rincari della benzina. E’ la prima volta che vengono formalmente messi sotto accusa i colossi che vengono il carburante. E il Codacons (associazione a tutela dei consumatori), che con il suo esposto del marzo 2012 alla Procura di Varese aveva chiesto di accertare se nell’ ascesa dei prezzi alle pompe vi fossero manovre speculative fuorilegge, ora canta vittoria e preannuncia una class action «alla quale possono aderire oltre 34 milioni di automobilisti italiani», cioè tutti coloro «che negli ultimi cinque anni hanno fatto rifornimento di carburante presso i distributori delle compagnie petrolifere citate nel decreto del Gip di Varese». Si tratta delle cosiddette “sette sorelle”: Shell, Tamoil, Eni, Esso, TotalErg, Kuwait Petroleum e Api. In buona sostanza, alle case dell’«oro nero» vengono imputate manovre speculative e più nel dettaglio, come si legge nel provvedimento del giudice, «di aver posto in essere artifici e raggiri, consistenti nell’ aver volontariamente livellato, concordandoli, salvo modesti scostamenti, i prezzi dei prodotti petroliferi alla pompa, in modo da minimizzare le possibilità di minor guadagno derivanti dall’ applicazione dei principi della concorrenza sul mercato nazionale, quindi con danno economico di un numero indistinto e indeterminabile di fruitori del servizio». I sette colossi avrebbero insomma fatto “cartello”, agendo in una sorta di regime di oligopolio che impediva al prezzo della benzina di scendere. E’ bene precisare che il giudice Battarino si è pronunciato sulla richiesta della Procura di Varese di poter procedere all’ acquisizione di ulteriore documentazione presso le sedi, in Italia, delle case petrolifere. E per farlo, ha dovuto dire se esistono indizi di reato. Esistono, esistono. Il Gip, sempre nel decreto, ha però ravvisato la competenza territoriale delle procure di Milano e Roma, dove hanno appunto sede gli organi decisionali dei colossi petroliferi. L’ inchiesta, partita e portata avanti con scrupolo da Varese, passa ora ad altri. Ma il merito di quello che il Codacons accoglie come un fatto eccezionale, va ascritto agli inquirenti varesini. E lo stesso Gip lo sottolinea nel provvedimento: «Si deve osservare che il pubblico ministero (Massimo Politi) ha svolto, coordinando personale specializzato della Guardia di Finanza (guidata dal colonnello Antonio Morelli Ndr) , approfondite indagini i cui esiti sono utili ad affrontare le premesse sul fumus commissi delicti dei reati ipotizzati». A portare avanti l’ inchiesta saranno dunque Roma e Milano. E il Codacons, come detto, è pronto a rappresentare tutti gli automobilisti che potranno costituirsi parte lesa, cioè danneggiati (economicamente) dai prezzi imposti dalle compagnie petrolifere. Tra il dire e il fare c’ è comunque bisogno di un processo alle “sette sorelle” in cui dovrà essere provata la «frode» nella formazione del prezzo. L’ associazione che tutela i comsumatori rileva che «una volta dimostrata l’ alterazione anomala dei listi prezzi e l’ esistenza di speculazioni atte a mantenere elevati i prezzi di benzina e gasolio, chiunque sia in grado di provare i rifornimenti, potrà chiedere un risarcimento per il danno economico subito». «Il Codacons – aggiunge – fornirà dunque assistenza legale a tutti coloro che vorranno depositare querela di parte offesa: per aderire all’ azione è sufficiente seguire le procedure pubblicate sul proprio sito Internet». Un fatto è già assodato: per la prima volta, le compagnie petrolifere vengono passate al setaccio. Sette inchieste per “sette sorelle”. Pasquale Martinoli.

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