9 Febbraio 2010

Valanghe, salgono a otto i morti Messner: “Carcere e multe? Follia”

ROMA Troppe vittime, otto nel passato week end in Italia, quindici in Svizzera, a causa di comportamenti sconsiderati degli amanti della montagna. Troppi soccorritori impegnati nei soccorsi. Troppi rischi per chi decide di passare una giornata tra la neve: rischi che potrebbero diminuire drasticamente se tutti seguissero le semplici regole che gli esperti continuano a ripetere anche perchè l’ allarme valanghe non tende a scendere. IL BILANCIO Dopo i sei morti di domenica, nella giornata di ieri se ne aggiungono altri due. E’ infatti deceduta agli ospedali riuniti di Bergamo Rita Broggi, 49 anni, travolta domenica pomeriggio da una slavina sul Monte Grona, a Plesio, in provincia di Como, mentre rientrava con il marito da una passeggiata con le ciaspole. Ed è stato trovato ieri mattina, privo di vita, il corpo di Mirko Cesco, 63 anni, bellunese di San Pietro di Cadore, lo scialpinista scomparso domenica durante un’ escursione in Val Visdende. Inoltre restano «estremamente gravi», secondo una nota dell’ ospedale San Gerardo di Monza, le condizioni dello scialpinista bergamasco di 45 anni rimasto sepolto da una slavina in Val Serina. Stazionarie, invece, le condizioni di Renzo Pasut, lo scialpinista pordenonese di 48 anni travolto domenica, in Alpago (Belluno), da una valanga che ha provocato la morte di Riccardo Quaroni (50), di Arzene (Pordenone). L’ EMENDAMENTO Il governo si muove. E presenta un emendamento al decreto legge emergenze in discussione al Senato che prevede il carcere per chi provoca una valanga con vittime e 5.000 euro di multa per chi ignora le indicazioni di pericolo del bollettino valanghe. Ma non tardano ad arrivare le critiche, in particolare Reinhold Messner afferma che «la minaccia di multe e carcere per chi provoca una valanga è una reazione isterica. Con iniziative legislative di questo genere si uccide l’ alpinismo», afferma il re degli ottomila. Molto meglio «un dibattito con alpinisti, guide, giudici e politici per stabilire dove finisce il turismo e dove inizia l’ alpinismo». Il Codacons parla, a sua volta, di «un provvedimento ridicolo. Per chi provoca valanghe e morti esiste già il codice penale. Per chi provoca danni, ad esempio costringendo lo Stato a mobilitare centinaia di soccorritori, esiste già il codice civile». Riccardo Riccardi, assessore alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, approva invece le pene più severe. Ma boccia decisioni affrettate: «Bisognerebbe andare verso un inasprimento delle pene. Ma la misura più corretta non si può dire su due piedi». Gianfranco Moretton, il suo precedessore, ritiene che per ridurre i rischi di incidenti bisogna puntare soprattutto su «educazione e prevenzione». L’ ALLARME Resta intanto alta, anche per i prossimi giorni, l’ attenzione sul pericolo valanghe su tutto l’ Arco alpino e sull’ Appennino Centrale, a causa del forte vento, dei brevi rialzi termici delle ultime 72 ore e della formazione di strati di brina di profondità che rendono particolarmente instabile il manto nevoso. Il Corpo forestale dello Stato informa che il distacco di slavine potrebbe verificarsi anche per il passaggio a piedi di un singolo escursionista: proprio per questo sconsiglia le uscite fuori pista e raccomanda a chiunque si trovi in montagna di consultare sempre i bollettini quotidiani del Servizio Meteomont sul sito www.meteomont.org o attraverso il numero di emergenza ambientale 1515.

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