30 Settembre 2010

Vaffan…RAI – fuoco su GARIMBA GARIMBERTI, IN ARTE PONZIO PILATO, astenuto sulla “circolare Masi” che sottopone i talk di floris e santoro e dandini, alle regole su “pluralismo, completezza e contraddittorio dell´informazione”

cova il sospetto che le grane per Santoro possano arrivare dall´Authority per le Comunicazioni (su input del Pdl) dove è stato nominato commissario Antonio Martuscello, già sottosegretario di Berlusconi…

1 – GARIMBERTI, IN ARTE PONZIO PILATO…

Michele Santoro ad Annozero

Ieri il presidente Paolo Garimberti (indicato dal Pd) si è astenuto con grave sprezzo del pericolo sulla "circolare Masi" che imbavaglia i programmi d’informazione e approfondimento del cosiddetto "servizio pubblico", fissando regole ferree e ridicole e stabilendo quale faccia devono fare i conduttori, quale espressione deve assumere il pubblico in studio, quanti minuti devono parlare gli ospiti invitati e addirittura quelli intervistati.
Masi

Ma soprattutto calzando le mutande della "par condicio" (nata per garantire pari opportunità ai partiti in campagna elettorale) e di un non meglio precisato "contraddittorio" a qualunque essere vivente si affacci sulla televisione pubblica. Sappiamo bene cosa significa questo regolamento liberticida: è il degno corollario del blocco dei contratti di Travaglio e Vauro ad Annozero.

Ora, se il giornalista e il vignettista che, assieme alla squadra di Santoro hanno garantito per 4 anni sontuosi indici di ascolto e introiti pubblicitari all’azienda che li boicotta, dovranno essere affiancati da un altro giornalista che dica e un altro vignettista che disegni il contrario. Il tutto a scapito del pubblico, della decenza, ma soprattutto dell’autonomia del giornalista, tutelata – se non è caduto in prescrizione anche quello – dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico. Se non andiamo errati, in una precedente vita, Garimberti era un giornalista. Lo è ancora?

2 – SANTORO, MASI RINVIA SULLE SANZIONI…
Leandro Palestini per "la Repubblica"

Da oggi, talk show e programmi di approfondimento del servizio pubblico saranno sottoposti a un controllo da par condicio. La "circolare Masi", approvata ieri a maggioranza dal cda Rai e secondo alcuni consiglieri illegittima, rischia di imbavagliare i programmi scomodi.
GIOVANNI FLORIS

Il direttore generale Mauro Masi dice che anche i telegiornali saranno sottoposti alle regole su pluralismo, completezza e contraddittorio dell´informazione, ma appare chiaro che le vecchie regole vengono rispolverate non per limitare gli editoriali del Tg1 di Minzolini, bensì per controllare i talk meno amati dal governo, da Ballarò ad Annozero.

Sulla testa di Michele Santoro pende sempre la minaccia di un´azione disciplinare per il monologo del "Vaffan…bicchiere". Ma ieri Masi non ha esplicitato alcun provvedimento. C´è il sospetto che le grane per Santoro possano arrivare da altri fronti. Per esempio dall´Authority per le Comunicazioni (su input del Pdl) dove è stato nominato commissario Antonio Martuscello, già sottosegretario di Berlusconi.

E, a sorpresa, Santoro ieri ha subìto l´attacco di Codacons e Associazione utenti radiotelevisivi, che dopo il monologo addebitano a Santoro «un uso personale del mezzo tv e, come tale, va sanzionato». Santoro si limita a rendere noto il titolo della puntata di stasera, "Crisi di regime". I suoi ospiti: Ignazio La Russa, Nichi Vendola e Diego Della Valle.
Serena Dandini

Il cda Rai ha rinviato l´approvazione del contratto di servizio che disciplina la convenzione fra Rai e ministero dello Sviluppo economico (l´azienda non ha risorse adeguate, i consiglieri esortano il governo ad affrontare il problema dell´evasione del canone). Sul tema della "trasparenza" dei compensi, si registra una correzione di rotta: all´unanimità il Consiglio ha deciso che rappresenterà al ministero l´opportunità di pubblicare i compensi sul sito web Rai e non nei titoli di coda dei programmi. Intanto, i consiglieri di opposizione criticano la Circolare Masi.

«La circolare del direttore generale di cui il Cda oggi ha preso atto a maggioranza è in molte delle sue parti sbagliata e rischia di imbavagliare i programmi di approfondimento informativo», dice il consigliere Nino Rizzo Nervo (centrosinistra) che ieri ha espresso il suo no insieme a Giorgio Van Straten (centrosinistra) e Rodolfo De Laurentis (Udc).

Mentre il presidente Paolo Garimberti si è astenuto. Per Rizzo Nervo l´aspetto più grave del documento è che «surrettiziamente rende ordinario il regime di par condicio, che la stessa legge invece considera eccezionale e lo limita, infatti, al solo periodo di campagna elettorale. Proprio perché ultra legem la considero inapplicabile…».

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