Vaccino Scanzi, Procura chiede l’archiviazione “Ma non aveva diritto”. Giglio: “E’ un cargiver”
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fonte:
- Corriere di Arezzo
di Francesca Muzzi AREZZO La Procura di Arezzo chiede l’archiviazione per il vaccino “da panchinaro” di Andrea Scanzi e per i medici della Asl. “Non c’è alcun reato perseguibile penalmente”, sottolinea il pm Marco Dioni, che aggiunge anche: “il giornalista non rientrava in nessuna lista e per questo non aveva diritto all’anteprima del vaccino”. Ma il dottor Evaristo Giglio, colui che chiamò dalle liste di attesa proprio Scanzi sottolinea: “Aveva diritto di stare in panchina”. La vicenda risale al 19 marzo scorso e sollevò diverse polemiche fino all’apertura di un fascicolo, modello 45 cioè senza indagati né reato, su segnalazione dei carabinieri di Arezzo. Andrea Scanzi venne addidato come colui che aveva saltato la fila per farsi vaccinare tra l’altro con AstraZeneca, che proprio in quei giorni venne sospeso e poi riabilitato. “Dopo l’ordinanza del generale Figliuolo – spiegava Scanzi sui social – che ribadiva di dover usare a fine giornata tutte le dosi a qualsiasi costo e di non sprecarne neanche mezza, ho detto al mio medico di base la frase:’Se avanza una dose a fine giornata, non la vuole nessuno e la buttate via, io ci sono. Nel rispetto della legge e senza scavalcare nessuno (ci mancherebbe!)'”. Scanzi si era informato dal proprio medico di famiglia, perché figlio unico di genitori fragili. Fu il medico ad indirizzarlo alla Asl che il 19 marzo, in tarda serata lo chiamò per la prima dose che gli fu somministrata all’hub vaccinale del Centro Affari e Congressi. Tre giorni dopo, la Procura aveva aperto un fascicolo conoscitivo senza ipotesi di reato a carico di Scanzi e dei sanitari. Per il pm Marco Dioni il reato ipotizzato era l’ abuso d’ufficio ma dopo la riforma, questa fattispecie penale non è stata ravvisata al termine dell’indagine. Perché vi fosse il reato di abuso di ufficio nella condotta di Scanzi, spiegano dalla Procura, occorreva che vi fosse la violazione di una precisa legge, cosa che per il pm non è accaduta. Ma sempre per il sostituto procuratore all’epoca – di generale confusione – in cui avvenne la somministrazione Scanzi non rientrava in alcuna categoria vaccinale e dunque non aveva diritto ad anticipare la dose. Il dottore Evaristo Giglio, direttore Asl della zona aretina, è colui che chiamò Andrea Scanzi quel 19 marzo per chiedergli se era disposto ad accettare la dose di Astrazeneca. “Come Asl abbiamo operato nella massima trasparenza – dice Giglio – Andrea Scanzi venne indirizzato a noi, alla fine di febbraio, dal proprio medico di famiglia, perché ha due genitori con patologie importanti per le quali erano già entrambi nella lista regionale per vaccinarsi come pazienti fragili ed essendo figlio unico il solo che può assisterli. Perciò contattato, in quella seduta, con AstraZeneca in cui tra le altre, era prevista la categoria dei caregivers. Oltre a quella degli avvocati e degli insegnanti”. “Il nome di Scanzi – dice Giglio – venne dunque inserito nelle liste cartacee, perché all’epoca mancava la prenotazione on line e aspettò il suo turno. Rimase nelle liste per circa quattro settimane fino a quando quel 19 marzo avanzò una dose e venne contattato. Scanzi accettò. Il resto lo conoscete. Scanzi aveva diritto di stare in quella panchina e se quella sera non avesse accettato, la dose sarebbe andata dispersa”. Il fascicolo adesso è stato trasmesso dal pm al giudice per le indagini preliminari che dovrà decidere se archiviare o meno la posizione di Scanzi. Sulla vicenda presa di posizione del deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi che chiede: “ora che farà la Rai? Il Comitato Etico, che non si era pronunciato in attesa dei magistrati, finalmente batterà un colpo?”. Il Codacons invece chiederà al Tribunale di Arezzo di rigettare la richiesta di archiviazione.
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