Vaccinati e negativi ma in 11mila restano privi dell’agognato Green Pass
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fonte:
- la Repubblica
di Sara Bernacchia L’obbligo di Green Pass per i lavoratori della scuola rivela le prime falle del sistema, perché c’è anche chi è costretto a ricorrere al tampone pur essendo vaccinato. È il caso, per esempio, di Stefano Carli, 57 anni, insegnante di Matematica, che mercoledì è stato respinto all’in-gresso dell’istituto professionale Pessina di Como e per prendere servizio si è dovuto sottoporre al test. «Ho ricevuto due dosi di vaccino, la prima con AstraZeneca ad aprile, la seconda con Pfizer il 21 giugno, ma non riesco ad avere il certificato. Ho chiamato il numero verde e il 1500, ma nessuno ha saputo risolvere il problema» spiega il docente, che portando con sé entrambe le attestazioni di somministrazione pensava di non avere problemi. «Ho fatto così tutta l’estate, ho an-che preso l’aereo, ma la norma dice che per entrare a scuola serve il Green Pass e la dirigenza, pur comprendendo l’assurdità della situazione, applica quanto previsto. Il problema è che il legislatore ha lavorato senza una logica» aggiunge Carli che si è rivolto al Codacons per essere tutelato e si dice «amareggiato, oltre che preoccupato per il risvolto economico: la farmacia vicino alla scuola non applica il prezzo calmierato, ogni tampone mi costa 27 euro». Altra problematica è quella di quanti hanno avuto il Covid e hanno ricevuto l’unica dose di vaccino prevista ma non riescono ad avere il Green Pass. Ad agosto le segnalazioni arrivate per questo motivo in Lombardia sono state 11.000 (su circa 212.000 cittadini coinvolti nel percorso), delle quali la metà — spiegano dalla Regione — è stata risolta, con il tempo di attesa che dal 26 agosto è di due giorni. Per Ats Milano le segnalazioni arrivate sono 1.528528. La criticità sarebbe più presente tra quanti si sono vaccinati a inizio campagna, quando la normativa sul Green Pass non era ancora stata definita. Da qui la presenza di diversi lavoratori della scuola. Letizia Forte, insegnante di italiano e latino al liceo scientifico Leonardo, per esempio, il suo Green Pass, arrivato ieri in mattina, lo ha aspettato per mesi (dopo la vaccinazione icevuta a marzo) e se l’è guadagnato con vari passaggi al centro vaccinale e alla sede di Ats, con telefonate e mail inviate a 14 indirizzi diversi, compreso quello del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. «È paradossale ma ora mi sento fortunata, so di essere una privilegiata perché tanti colleghi non hanno ancora risolto» spiega l’insegnante, raccontando dei mesi trascorsi in attesa: «Solo in alcuni casi i documenti che certificano la mia situazione sono stati accettati: in montagna in Trentino sì, alle terme a Milano no, così come in aeroporto e al ristorante. Fa rabbia pensare che c’è chi per questo ha difficoltà a lavorare». Intanto, l’apertura di nidi e materne (questa mattina) porta a una svolta sul fronte del Green Pass per i genitori che entrano a scuola per l’ambientamento. «La legge non chiarisce se i genitori che rimangono per alcune ore nelle strutture debbano o meno esibire il Green Pass — spiega l’assessore all’Educazione, Laura Galimberti — . Noi riteniamo che debba essere così e abbiamo già previsto nel patto di corresponsabilità che le famiglie devono firmare all’inizio dell’anno la raccomandazione della certificazione verde per gli inserimenti». Non un obbligo, quindi, o almeno non ancora. Perciò nessuno sarà cacciato, «la legge non ce lo consente e in questo senso auspichiamo che arrivino presto chiarimenti — specificano da Palazzo Marino — . Diversamente potremmo studiare un provvedimento che ci aiuti al rispetto dell’esibizione del Green Pass nelle strutture del Comune».
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