20 Maggio 2014

Vacanze, giganti del web sotto torchio

Vacanze, giganti del web sotto torchio

Marco Perillo Quante volte, navigando da un sito internet a un altro, ci siamo imbattuti in offerte da capogiro per pernottamenti in alberghi di tutto il mondo. E quante volte, col pensiero del risparmio assicurato, ci siamo rivolti alla Rete per cercare i prezzi più convenienti. I siti più gettonati sono Booking ed Expedia, tra i primi segnalati dai motori di ricerca. Ed è nei confronti di questi due «colossi» del web che l’ Antitrust ha avviato un’ istruttoria per verificare l’ esistenza o meno di violazioni concorrenziali. Attraverso le commissioni e le clausole previste nei contratti con le strutture alberghiere, infatti, Booking ed Expedia sono stati accusati di limitare la concorrenza nei servizi di prenotazione ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare offerte migliori da quelle da loro proposte. Tutto nasce da alcune segnalazioni giunte da Federalberghi, dal gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza Guardia di Finanza e da AICA. Più indicazioni che hanno fatto scattare un’ istruttoria da parte dell’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Ci sarà tempo fino al 30 luglio del prossimo anno per verificare se queste agenzie online limitino o meno, attraverso gli accordi con le strutture alberghiere, la concorrenza sul prezzo e sulle condizioni di prenotazione tra i diversi canali di vendita. Una faccenda non da poco, su cui occorrerà far luce. Anche perché, secondo recenti studi ministeriali, l’ acquisto di prodotti turistici online aumenterebbe in Italia ogni anno di oltre il 40%, con una crescita delle prenotazioni di hotel su internet del 55% ogni 365 giorni. Più di un terzo dei viaggiatori europei, inoltre, prenota le sue vacanze online e il 45% degli utenti mondiali utilizza la Rete per trovare alberghi o aerei nel tentativo di eludere i costi dell’ agenzia di viaggi tradizionale. Ci si rivolge, spesso, a siti intermediari come Booking ed Expedia (i cosiddetti Olta) a cui, comunque, si deve pagare una percentuale di commissione. «E i danneggiati oltre alle imprese sono proprio i consumatori che finiscono per pagare commissioni anche del 30% sul costo della stanza» spiega Alessandro Nucara di Federalberghi. «L’ albergatore è obbligato dai contratti con questi portali a vendere una camera alle condizioni imposte da questi, con una clausola che vieta ad altri albergatori di vendere quelle stanze a un prezzo più basso». Inoltre, prosegue Nucara, «l’ albergo è vincolato a non pubblicare un voto inferiore di quello imposto dal portale». Un problema che, a questo punto, non è solo italiano, anche se «in Italia ci sono 33.728 alberghi e meno del 4% di questi fa parte di catene internazionali; un’ azione analoga è stata già avviata dall’ Antitrust tedesco che ha sanzionato formalmente, il 20 dicembre 2013, Hotels.com. Nello stesso giorno sono state aperte procedure anche contro Booking ed Expedia. Operazioni che hanno preso il via anche in altri Paesi del mondo, come Francia, Gran Bretagna e Usa». «L’ aumento medio che qualche anno fa imponevano questi portali – racconta ancora Nucara – era del 15-20%; ma questa percentuale è presto arrivata al 30%. La cosa migliore da fare – suggerisce da ultimo il rappresentante di Federalberghi – è informarsi online ma poi telefonare direttamente all’ albergatore e chiedere il prezzo, sancendo poi l’ accordo tramite l’ invio di un fax». Altra problematica che lamentano gli alberatori è che la percentuale pagata alle agenzie intermediarie sia conteggiata sul prezzo camera totale senza scorporare l’ Iva. Ma con i siti online non è completa rottura, come spiega Giorgio Palmucci, presidente dell’ Associazione Italiana Confindustria Alberghi. «L’ auspicio è che l’ istruttoria abbia un esito positivo – dice – aprendo una nuova fase nel rapporto con quelli che sono i principali attori del mercato online, questo nell’ interesse delle imprese, oggi troppo condizionate nelle loro politiche commerciali dallo strapotere delle Olta, e dei consumatori che da un mercato effettivamente libero non possono che trarre vantaggi». Da parte dei siti, massima fiducia e collaborazione. Booking.com spiega di aver già scritto a febbraio all’ Antitrust, rendendosi disponibile al dialogo nella massima trasparenza. Expedia «è convinta di agire nel totale rispetto di tutte le leggi in vigore, offrendo un servizio di valore. La nostra capacità di offrire migliori tariffe e disponibilità non è problematica dal punto di vista della concorrenza e deve essere considerata nello specifico contesto del mercato in cui viene applicata». «Nel settore delle prenotazioni alberghiere e più in generale dei servizi turistici, serve maggiore chiarezza sui prezzi e sulle tariffe praticate alla clientela – fa sapere, in conclusione, il presidente Codacons, Carlo Rienzi – Spesso sul web i consumatori si trovano di fronte a una vera e propria giungla di offerte, nella quale è difficile districarsi e capire la reale convenienza sul fronte economico. In tal senso crediamo sia estremamente proficua l’ indagine aperta dell’ Antitrust, perché potrà accertare se esistano o meno ostacoli alla concorrenza nelle tariffe alberghiere prenotate online a danno dei consumatori, e sanzionare eventuali irregolarità». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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