Uno su tre non usa le cinture: in Italia è emergenza sicurezza stradale
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fonte:
- Repubblica.it
di Vincenzo Borgomeo Un automobilista su tre non usa la cinture di sicurezza, uno su due non utilizza i dispositivi per bambini e due su dieci guidano utilizzando il cellulare. Sono questi i numeri choc dell’ultima ricerca commissionata dall’Anas allo Studio Righetti e Monte Ingegneri e Architetti Associati con il contributo dell’Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Dal nostro studio – spiegano gli analisi – abbiamo analizzato i comportamenti di guida lungo tre differenti tipologie di strade e autostrade in gestione ad Anas (autostrada A90 Grande Raccordo Anulare di Roma, come strada extra – urbana principale la S.S.336 della Malpensa, e come strada extra-urbana secondaria la S.S. 700 della Reggia di Caserta) di un campione di 6000 utenti. E da qui emerge come il 28,38% dei conducenti non allaccia le cinture, dato che si alza se riferito al passeggero anteriore (31,87%) e passeggero posteriore (80,12%). Indisciplina anche per quanto riguarda i dispositivi di ritenuta per bambini, ben il 49,47% non li utilizza, e per gli indicatori luminosi, il 55,63% non li accende per la manovra di sorpasso o rientro (76,46%), o per l’entrata (59,20%) o uscita (43,71%) da rampa. Infine un automobilista su dieci (12,41%) utilizza in modo improprio il cellulare alla guida”.
Sono dati che preoccupano e che subito hanno scatenato le ire del Codacons, che attacca la mancanza di controlli sulle strade italiane.
“Le trasgressioni al Codice della strada sono incentivate dall’assenza di controlli da parte delle forze dell’ordine – spiega il presidente Carlo Rienzi – Gli automobilisti continuano ad usare il telefonino alla guida o a non allacciare la cintura di sicurezza perché sanno di poterla fare franca e di non essere sanzionati per le violazioni commesse. E a nulla serve inasprire le sanzioni e introdurre misure più restrittive nel Codice della strada se poi non si è in grado di far rispettare le disposizioni e di sanzionare i trasgressori”. “Ricordiamo che gli incidenti stradali hanno un costo sociale che ha raggiunto in Italia i 35 miliardi di euro all’anno, costo che potrebbe essere abbattuto incrementando i controlli lungo le strade e sanziona”. Polemiche o no di certo questi numeri non trovano riscontro in altri Paesi europei dove il 90% degli automobilisti indossa le cinture anteriori e ben il 71% dei passeggeri quelle posteriori.
Ma torniamo allo studio: i ricercatori hanno anche analizzato alcuni tra i fattori psicologici che influiscono sulla mancata percezione del rischio. E questo è particolarmente interessante: come spiega infatti Federica Biassoni, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Unità di ricerca di psicologia del traffico, “il nostro studio ha preso in esame sia il livello dei comportamenti dei guidatori sia quello sottostante, dei processi psicologici alla luce dei quali è possibile spiegare tali comportamenti. I risultati della ricerca rispecchiano in modo interessante la letteratura sulla percezione del rischio stradale e sui comportamenti di guida rischiosi. Tanto le violazioni registrate, che i comportamenti che portano alla distrazione, causa frequente di incidenti, appaiono riconducibili ai medesimi sistemi cognitivi: il ruolo dell’abitudine e dei vantaggi percepiti ci permettono così di spiegare i comportamenti rischiosi emersi dalle osservazioni su strada. La conoscenza del collegamento tra tali fattori alla base del funzionamento mentale dei guidatori ed i comportamenti di rischio potrà essere di aiuto ad Anas nella progettazione di interventi sia infrastrutturali sia di formazione”.
Quindi? Ora si torna all’antico: proprio sulla base di quanto emerso dall’indagine, Anas, nell’ambito della campagna di sicurezza stradale “Quando guidi, guida e basta”, orienterà il messaggio all’utilizzo delle cinture di sicurezza. Una vera tragedia: siamo all’ABC della sicurezza stradale.
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