Un’azione collettiva contro Cordar per il caro bollette
- fonte:
- Il Biellese
Potrebbe presto approdare nei tribunali la “guerra” dell’acqua che vede da un lato i residenti di Campiglia Cervo, dall’altro il Cordar, la società partecipata che fornisce il servizio di fornitura e depurazione delle acque. Il contendere sono le bollette. Una cinquantina di famiglie si sono già rivolte all’associazione dei consumatori Codacons. In questi giorni si stanno svolgendo i tentativi di conciliazione davanti ad Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti, ambiente. Ma sembra che le posizioni siano inconciliabili. quel punto Codacons sarebbe pronta a lanciare un’azione collettiva. Non tutti però i residenti di Campiglia Cervo hanno scelto questa strategia. Alcuni hanno optato per un confronto diretto con Cordar. Ma per capire l’origine di questa situazione bisogna riavvolgere il nastro e tornare al 2017. Dopo la fusione di Campiglia, Quittengo e San Paolo, la nuova entità comunale decide di affidare il servizio di gestione delle acque a Cordar. Fino ad allora a Campiglia il servizio era operato dalla Sii con pagamento forfettario, Quittengo da Cordar, forfait, mentre a San Paolo, Cordar, ogni utente aveva già il contatore e si pagava a consumo. Cordar viene decisa l’installazione dei contatori per tutti per approdare alla tariffa a consumo. Tutti d’accordo Le operazioni per installare i contatori però si dilatano nel tempo per via delle difficoltà intrinseche in un comune montano e per via delle tante seconde case. Passano due anni. Si arriva alla primavera del 2020 ed ecco “piovere” le prime bollette. Ad alcuni cittadini arrivano conti da 2- 3 mila euro. La bollettazione era iniziata dal primo gennaio del 2019. Secondo gli utenti che contestano le bollette però nessuno sarebbe stato informato. problemi sono per i cittadini di Campiglia e Quittengo. A San Paolo le famiglie pagano attorno ai 200 euro annui. Un conto comprensibile. Non è accettabile la differenza che c’è al- di un unico comune» spiega il sindaco Maurizio Piatti che prende posizione accanto ai suoi concittadini. «Quello che contestiamo è che le bollette sono incomprensibili. Faccio due esempi. Lo scorso anno abbiamo ricevuto come comune e ambulatorio medico, strutture dove il consumo d’acqua è molto limitato, bollette da 400 euro a trimestre. In un anno significava 1600 euro. Le abbiamo respinte al mittente. Morale? Hanno rifatto il conto e annualmente ci è stato chiesto 300 euro. Stesso discorso credo possa valere per i privati». Gabriele Martinazzo, presidente di Cordar, interpellato dice: «Come Cordar applichiamo tariffe favorevoli perché area montana e siamo disponibili a un confronto. Riconosceremo anche un indennizzo di 30 euro per il ritardo della bollette. Invitiamo i cittadini a contattarci per vedere insieme le fatture. Per me non esiste alcun caso. Noi abbiamo rispettato quanto previsto dalle autorità di settore».
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