UN PROBLEMA SPINOSO CHE TORMENTA LE FAMIGLIE
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fonte:
- La Gazzetta del Mezzogiorno
C’ è un caso nel caso nella vicenda dei padri Trinitari di Venosa: perché se la mamma di un paziente oggetto delle presunte violenze ha fatto partire le indagini, il padre dello stesso ragazzo ieri, si è sperticato nel difendere l’ operato della struttura. Non è qui il tempo e il luogo per dire chi ha ragione né per discettare dei motivi della contrapposizione. Ma la vicenda è il sintomo dello smarrimento, se non della solitudine, di chi si trova a vivere con questi problemi. Ed è paradossale. Perché per questi ragazzi «con esigenze particolari», lo Stato paga 320 euro di retta al giorno, 9.600 euro al mese. E se c’ è carenza di assistenza non la si può imputare alla carenza di fondi. Stavolta no. Ma la disperazione, la solitudine, quelle restano. E forse bisognerebbe iniziare a pensare di prendere in carico, in questi casi, non solo il paziente, ma la famiglia. Farlo con un sostegno per chi è colpito indirettamente da questi problemi, farlo con la cultura dell’ ascolto, dell’ accoglienza e dell’ imprescindibile trasparenza che non può lasciare i parenti di (magari piccoli) assistiti oltre un muro e di fronte al bivio se fidarsi ciecamente o dubitare di tutto. Ieri, al deflagrare dell’ inchiesta venosina, il Codacons è tornato a chiedere «subito telecamere di sorveglianza in tutte le case di cura e le strutture sanitarie che si occupano di anziani e disabili». Un rimedio, certamente, ma non la soluzione. Perché la è quella da sempre auspicata umanizzazione dell’ assistenza. Che si costruisce giorno per giorno e non per decreto. Calci, pugni, schiaffi e «trascinamenti a terra» per essere trasferiti dal corridoio alle stanze: è «l’ inaccettabile e penoso sistema di vita quotidiano» che hanno dovuto subire alcuni ospiti di una struttura riabilitativa di Venosa, interrotto dai Carabinieri del Nas. I Carabinieri hanno arrestato otto persone, notificato cinque divieti di dimora e sospeso dalla professione un neuropsichiatra e un medico. Uno dei divieti di dimora è stato notificato a padre Angelo Cipollone. SERVIZI NELLE PAGINE II E III
giovanni rivelli
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