6 Febbraio 2014

«Un milione dalla Camera di Commercio? Non è sufficiente. Qui serve la No tax area»

«Un milione dalla Camera di Commercio? Non è sufficiente. Qui serve la No tax area»

Ci sono un numero di aderenti che sul web arrivano a 2300; alle assemblee si tocca quota 400 partecipanti, e questa sera il numero di aderenti (finora 200) sarà ufficiale. Nasce oggi il comitato No tax area, con l’ incontro al ristorante La Bastia lungo il Canaletto: tutti sono invitati a partecipare perché, dicono gli organizzatori, «si deve sentire la voce degli alluvionati». Gli incarichi, in questo gruppo civico, sono già definiti: Elisabetta Aldrovandi è la portavoce, Antonio Spica è il presidente mentre Marco Nora è il responsabile dell’ area tecnico/finanziaria. Sono loro che, questa sera, tireranno le fila delle prime settimane di lavoro e daranno corpo e sostanza al comitato civico. Avvocato Aldrovandi, come è nata l’ idea di un comitato? Si aspettava tutte le adesioni che ci sono state? «L’ idea del comitato è nata sull’ onda del successo del gruppo Facebook “Stato di calamità e No tax area per l’ Emilia alluvionata”, che in poco più di due settimane ha raccolto oltre 2300 iscrizioni. Al momento hanno aderito al comitato, che si chiamerà “No tax area per la Bassa” e che sarà formalizzato domani sera (oggi, ndr) durante l’ incontro aperto ai cittadini al borgo della Bastìa, oltre 200 persone. Non ci aspettavamo tanto entusiasmo, ma ci speravamo: gli emiliani stanno manifestando a gran voce il desiderio di sapere non solo cosa è successo e perchè, ma soprattutto quali sono i diritti che spettano loro. Ricordo che i residenti dei Comuni terremotati e alluvionati, al maggio 2012, pagavano oltre 6 miliardi di imposte all’ anno. Gli emiliani lavorano ogni giorno della loro vita per il bene della collettività. Lo Stato e le amministrazioni devono rendersi conto che è giunto il momento di riconoscere ciò che è dovuto a chi, tra terremoto e alluvione, ha perso casa, lavoro o addirittura entrambi». No tax area e stato di calamità sono i due obiettivi centrali che vi ponete: perchè, secondo voi, non basta lo stato di emergenza? Dottor Marco Nora (co-fondatore del comitato con esperienza tecnica nelle ordinanze post terremoto, ndr), perchè non basta la proroga di sei mesi delle tasse? «Non basta lo stato di emergenza perchè abbiamo bisogno dell’ erogazione immediata di un parziale risarcimento per i danni subiti. E questo è previsto dallo stato di calamità, per le imprese agricole (legge 225/1992) e per il settore commerciale, artigianale e industriale (legge 52/1950). Inoltre, lo stato di calamità e di emergenza possono essere chiesti contemporaneamente, come ha fatto il Comune di Oristano. Oltre a questo gli emiliani, a quasi due anni dal terremoto, stanno ancora vivendo sulla propria pelle i disastrosi effetti dell’ iter burocratico legato alla ricostruzione e all’ erogazione dei contributi. Ma non è tutto qui. Noi chiediamo la No tax area o in subordine la Zona franca urbana, rimborsi al 100 % dei danni subiti in tempi celeri; pretendiamo una gestione opposta a quella del post sisma, dove a distanza di 20 mesi è stato erogato meno del 10 per cento della somma stanziata. È altresì indispensabile la sospensione per almeno 12 mesi delle rate di mutuo, finanziamento e leasing e delle utenze; oltre, ovviamente, allo stanziamento immediato di somme per la messa in sicurezza del territorio, e azioni opportune dirette alla verifica e all’ accertamento delle responsabilità. Quanto alla proroga del pagamento delle imposte, è una buona cosa, ma del tutto insufficiente». Aldrovandi, Lei è anche in politica. Non pensa che l’ intento del comitato potrebbe essere strumentalizzato in questo senso? «Io sono di Fratelli d’ Italia, certo. Ma ho intrapreso questa iniziativa come privata cittadina, e il mio impegno del tutto privo di colore politico è stato riconosciuto da moltissime persone, tra cui tanti iscritti al gruppo Facebook che di certo hanno idee diverse dalla mia. Preciso che personalmente non ho subìto danni ingenti né con il terremoto né con l’ alluvione, ma in entrambi i casi mi sono adoperata da subito per dare una mano ai miei conterranei. Ho studiato e spiegato a decine di cittadini le ordinanze commissariali post terremoto, ho preparato ordini del giorno e denunciato le storture del modo in cui è gestita la ricostruzione, senza ovviamente essere ascoltata da chi ha il potere di prendere le decisioni. Ora, con questo comitato, desidero che i cittadini divengano finalmente consapevoli dei loro diritti e che sia fatta chiarezza sulle cause e i responsabili di questa gravissima tragedia. Chi mi accusa di strumentalizzazione facendo leva sulle mie idee politiche non ha argomenti seri per negare i nostri diritti o ha la coscienza sporca, magari di fango. Gli emiliani sono persone intelligenti: a loro interessano le azioni, i contenuti. E il coraggio di metterci la faccia». Che cosa succederà questa sera al borgo La Bastia? «Formalizzeremo la costituzione del nostro comitato a cui chiediamo a tutti i cittadini di aderire, perchè soltanto la consapevolezza dei propri diritti e una richiesta unanime, forte e chiara, potranno aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi. I prossimi passi? Di certo, eviteremo iniziative demagogiche e strumentali, dirette solo a ottenere facile pubblicità. Noi combattiamo per la sostanza, per ottenere sicurezza del territorio, stato di calamità oltre a quello di emergenza e No tax area, che rappresentano le assolute priorità. Soltanto uniti, perseverando nel rivendicare ciò che ci spetta, potremo obbligare gli amministratori a riconoscere i nostri diritti». Ci sono altre realtà civiche che si sono mosse dopo l’ alluvione. Codacons, pagina Facebook “Alluvionati e incazzati”, comitato ArginiaMO. Presidente Spica, come vi collocate rispetto ad ognuna di queste realtà? «Siamo aperti a qualsiasi collaborazione, con altre realtà civiche “apolitiche”, che perseguano i nostri stessi obiettivi. Quanto a Codacons, hanno offerto il loro supporto legale, e i cittadini saranno liberi di poterne usufruire». Spica, che opinione vi siete fatti circa la gestione dell’ emergenza da parte delle istituzioni? «Crediamo che si stia ripetendo, in perfetto stile copia e incolla, la gestione post terremoto che a oggi si sta oggettivamente rivelando fallimentare». La Camera di Commercio ha stanziato 1 milione di euro per ricominciare. E’ un segnale sufficiente, dottor Nor a? «Lo stanziamento da parte della Camera di Commercio di un milione di euro, per quanto lodevole iniziativa, non è ovviamente sufficiente, ma lo consideriamo un acconto su quanto, a nostro parere, merita la zona alluvionata, tenuto conto dei 400 milioni di euro di danni».
 

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