16 Luglio 2009

Un grande documento sul piano politico e morale che favorisce la pace

 Esprimiamo un apprezzamento pieno per i contenuti del documento PATTO PER VICENZA, elogiando le tre associazioni che lo sottoscrivono e alle quali ci accostiamo per la nostra sintonia con il desiderio di pacificazione sociale e di ricostituzione di un clima edificante per la città, sul piano politico in senso ampio e su quello morale in senso stretto, entrambi da troppo tempo sottoposti a pericolose sollecitazioni tendenti al degrado del tessuto sociale e delle relazioni personali. Come associazione di laici fedeli alla Chiesa Cattolica, quindi aderenti alle disposizioni della Costituzione Conciliare del Vaticano II Lumen Gentium, sentiamo inoltre il dovere di esprimere una preghiera di desistenza rivolta a quei presbiteri che, abbandonando apertamente la loro funzione di annunciatori del Vangelo, hanno sposato con i loro comportamenti la causa politica di fazioni ideologicamente connotate, tradendo l’unità della Chiesa per la quale hanno pronunciato un voto eterno. Così facendo, essi si sono pericolosamente avvicinati alle posizioni eretiche della Teologia della Liberazione, vero cancro della Chiesa contemporanea, causando una grave sofferenza soprattutto in quei fedeli semplici che vivono la comunione con il Corpo Mistico di Cristo nell’essenzialità della Sua Verità, attraverso la preghiera, i sacramenti, la quotidiana conversione alla croce, la speranza nella resurrezione, la fiducia nella salvezza dell’anima per mezzo dell’intercessione dei santi e della Madre della Chiesa, la Beata Vergine Maria. Possa il lamento di tanti umili fedeli, straziati nella coscienza, giungere fino alle alte stanze della Diocesi, fino a Sua Eccellenza il nostro amato Vescovo e pastore, affinché questi abbia modo di riflettere sulla sofferenza ingiustamente subita dalla maggioranza delle anime affidate alla sua cura per la distanza tra il sensus fidei del suo gregge e il modo affatto ortodosso di vivere e annunciare il Vangelo da parte di sacerdoti dimentichi che il Regno dei cieli è Cristo stesso, e non un luogo diverso da edificare attraverso l’impegno politico, la polemica, la contumelia, la strumentalizzazione delle Sacre Scritture, o il confronto democratico su basi laiche, che attiene ai compiti della società civile e alla sfera di Cesare e di questo mondo, non certo a quella della Gerusalemme Celeste e di Cristo, che è Dio, il Verbo incarnato, le cui logiche nulla hanno a che vedere con una questione riguardante l’organizzazione logistica di personale appartenente a istituzioni umane, dal carattere necessariamente e per sua stessa natura transitorio, relativo e finito. Associazione CATTOLICI MARCIANI Laici federalisti Il Presidente Davide Lovat Illustre Direttore, il Sindaco Variati ed i pochi superstiti del Presidio possono essere assimilati all’ultimo soldato giapponese ritrovato, dopo anni, nascosto nelle foresta perché non aveva saputo che era finita la guerra e che l’aveva persa. Gli irriducibili rimasti al Presidio non hanno compreso di essere stati strumentalizzati e che il loro agire non trova sponda nel comune sentire dei vicentini che, di certo, non sono quelli che hanno partecipato al referendum "autogestito" di cui si è fatto paladino il nostro Sindaco, stretto sotto assedio, al momento in cui il Consiglio di Stato ha negato la consultazione ufficiale per la improponibilità del quesito. Referendum che non sarebbe stato valido, anche se esercitato legalmente, per mancato raggiungimento del quorum fissato dal Sindaco ad un livello molto più alto dei partecipanti al voto. Dopo l’uscita del "PATTO PER VICENZA" i No Dal Molin si appellano a promesse fatte da Variati in campagna elettorale, promesse che sarebbe stato l’unico in grado di poter mantenere, non rendendosi conto che tra loro vi è una categoria di persone che scambia per coerenza il non modificare idea nemmeno di fronte a mutamenti degli scenari che li circondano. Il grave è che solo fra loro si capiscono; non vogliono ascoltare gli altri, in altre parole si autoreferenziano e, per far vedere che sono forti, invitano alle manifestazioni persone che forse non sanno neppure dove si trova Vicenza e che si pongono il problema esistenziale su cosa son venuti a fare se nemmeno hanno la libertà di sfogarsi nei modi che di solito usano. Durante l’ultimo corteo del 4 luglio u.s. un ristretto numero di invitati ha agito per alcuni minuti usando violenza inaudita, con lanci di sassi, bottiglie di vetro, bombe carta ed anche di un estintore, però si sono trovati di fronte alle forze dell’ordine che li hanno respinti. I No dal Molin ed anche il Sindaco dicono che nelle altre manifestazioni non era mai successo nulla di tutto questo, però ciò non significa etichettare come "pacifici" anche tali cortei perché già allora fu fatta violenza alla Città messa sotto assedio ed imbrattata con scritte sui muri di Chiese, in quella di Santa Lucia una addirittura contro il Papa, e di altri edifici anche di pregio artistico. E poi che dire dei blocchi alla stazione ferroviaria, degli strani attentati all’oleodotto La Spezia/Aviano, del blocco dei lavori in via Sant’Antonino per presunta posa di fibra ottica e connessa sigillatura dei pozzetti, e poi dell’invasione dell’aeroporto, zona est, terminata dopo imbarazzanti mediazioni. Il "PATTO PER VICENZA" non ignora i vicentini, ma li rappresenta a pieno titolo volenti o nolenti i No Dal Molin. Non è appellandosi all’integralismo sposato dal Sindaco, tenuto in ostaggio, che si risolvono i problemi da loro creati che hanno arrecato danno alla gente di Vicenza, alle attività produttive e spese enormi per la collettività derivanti dalla gestione dell’ordine pubblico. Che cosa vogliono difendere? Chi li sostiene finanziariamente per svolgere un’attività che vede l’utilizzo di notevoli risorse: pubblicità, accoglienza, ricorsi ad organi amministrativi, spese per viaggi di scambio a supporto di altre iniziative protestatarie, concerti, tavole rotonde, organizzazione di un volo charter per Washington per innalzare un tendone nei pressi della Casa Bianca e poi altre iniziative come si può verificare visitando i siti internet che fanno a loro riferimento www.dalmolin.it www.altravicenza.it E tornando al Sindaco è manifesto il suo imbarazzo nel trovarsi assediato, mentre i No Dal Molin, per bizzarria, fanno parte della minoranza assieme al pdl ed altri. Il "PATTO PER VICENZA" è un importante documento, il primo che viene materialmente redatto, e va riconosciuto agli estensori il merito per la formulazione ben soppesata tanto da attrarre tutti coloro, di qualsiasi estrazione, che vogliono bene a Vicenza. In estrema sintesi vuol dire ai cittadini: bando alle divisioni, prendiamo coscienza che la base si fa e impegniamoci per conseguire il massimo. Non parole, ma fatti. Un pressante appello è da rivolgere al Commissario on.le Costa affinché si faccia promotore della nomina di un altro Commissario per l’esecuzione delle opere compensative perché, con le beghe di quartiere (già iniziate) e tra Comuni contermini e con gli sterili dibattiti che ne conseguono per raggiungere improbabili condivisioni, non si arriva da nessuna parte. Stesso discorso vale per le opere quali collegamenti AIM, fognature, acquedotto ecc Un esempio di opera pubblica ben gestita grazie alla nomina di un commissario è il passante di Mestre realizzato in pochissimo tempo. Prendiamo spunto. Il Sindaco se non vuol correre il rischio di veder traballare la sua sedia imbocchi la strada del buon senso e del pragmatismo. Non può disquisire sul sesso degli angeli ed impuntarsi perché nessuno gli ha detto formalmente che Ederle 2 rappresenta un’opera di difesa nazionale per la quale non è prevista la VIA (valutazione di impatto ambientale). Cosa è stato da sempre il Dal Molin, se non una base militare per la difesa nazionale? E al comando della Ederle non vi è un italiano? Non rappresenta poi per il Sindaco un segnale forte in tale direzione il fatto che il Commissario Costa gli abbia impedito l’ispezione al cantiere e lo abbia cortesemente invitato ad una semplice visita? E’ poi chiedere l’ispezione su richiesta del Signor Albera portavoce del Presidio non svela, se ce fosse ancora bisogno, un atto di sottomissione ed accondiscendenza ai No Dal Molin che sembra gli vogliano far pagare pegno? Non gli risulta che gli Stati Uniti facciano parte della NATO alla quale spetta la difesa dei numerosissimi Stati che vi hanno aderito? E l’Italia non ha a che fare con Stati vicini che stanno installando arsenali nucleari ? Si può ai giorni nostri parlare di difesa autarchica? Sul Giornale di Vicenza del 13 luglio u.s., a pag. 12 sta scritto citando testualmente il No Dal Molin pensiero: " Variati – è l’ultimatum- deve dichiarare con chi sta: con la cittadinanza che lo ha eletto sulla base della sua garanzia a difendere Vicenza o con gli affaristi che lavorano alle spalle dei cittadini per garantire guadagni di pochi alle spalle di tutti". Chi sono gli affaristi ai quali si riferiscono? Si tratta forse delle imprese che si son viste assegnare appalti e subappalti che danno lavoro, anche con l’indotto, a migliaia di lavoratori vicentini e no? Cosa ne pensano i Sindacati? I sognatori del No Dal Molin dovrebbero poi spiegare a chi sarebbe stato assegnato, in caso di sdemanializzazione dell’area, l’utilizzo delle volumetrie delle caserme e quali interessi, magari inconsapevolmente ed ingenuamente avrebbero sposato?  Adesso si viene a sapere dell’ultima chicca rappresentata dal ricorso al TAR del Lazio da parte del Codacons che ha chiesto, addirittura ( si è visto come ovvio invano), anche di incontrare Obama in occasione del G8. Siamo arrivati al ridicolo ed è ora di dire basta perché i cittadini di Vicenza non ne possono più. Che ne dite Signori politici che siete al governo della città? Matteo Serra Vicenza

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