9 Luglio 2009

Un altro ricorso del Codacons sul “Dal Molin”

 
Botta e risposta tra Dal Lago e Calearo sull’area prescelta

 
 Il Codacons ha reso noto di aver depositato un nuovo ricorso, davanti al Tar del Lazio, contro la delibera del febbraio scorso del ministero della Difesa – Direzione generale dei Lavori e del Demanio, con la quale è stato approvato il progetto finale per la realizzazione dell’insediamento militare americano ad ovest dell’aeroporto Dal Molin di Vicenza. Tra le motivazioni – spiega l’associazione – vi è la mancata attivazione della procedura di valutazione di impatto ambientale prevista dal Codice dell’ambiente, per interventi come quello previsto a Vicenza «che andranno ad incidere su alcuni siti di interesse comunitario, di elevato pregio naturalistico-ambientale, con rischio di gravissimo pregiudizio per le falde acquifere della zona interessata».  Il Codacons, inoltre, ha reso noto di aver chiesto ufficialmente all’Ambasciata Usa un incontro con il presidente americano Barack Obama, attualmente in Italia per il G8. Per l’on. Massimo Calearo (Pd), «non è questione di antiamericanismo, ma solo di sano buonsenso: non si doveva concedere il permesso ad ampliare la base americana nel sito attuale. Al momento, senza l’appoggio del governo, purtroppo, non rimane alcuno spazio di manovra per dirottare i cantieri in un’altra area». Su questo aspetto Calearo concorda col sindaco di Vicenza Achille Variati. «Non c’è più nulla da fare? Ai politici veneti e alla cittadinanza vicentina resta un ruolo fondamentale di vigilanza attiva sui lavori di costruzione della base e sulle cosiddette opere di compensazione. In questo ruolo di sentinelle sono sicuro – dichiara Calearo – che i vicentini sapranno esprimere tutta la forza delle loro comprensibili posizioni, facendosi valere nelle decisioni future». «In questa fase – conclude – le manifestazioni di piazza non hanno un’utilità concreta, servirebbe piuttosto un’azione di lobby concertata e programmata. I risultati degli scontri di sabato scorso non fanno bene nè alla città ferita, nè ai cittadini vittime dei disagi, nè, tantomeno, alla causa dei manifestanti che risulta messa in ombra da una minoranza violenta. Ci pensi la signora Bottene, che, pure, non dovrà risarcire le migliaia di euro spese per la messa in sicurezza del centro cittadino e le riparazioni dei danni causati». Non tarda la replica dell’on. Manuela Dal Lago (Lega): «La proposta dell’on. Calearo arriva fuori tempo massimo ed è pretestuosa e demagogica. Quando ero presidente della Provincia di Vicenza e Calearo era presidente dell’Associazione degli industriali vicentini, proposi che l’ampliamento della base avvenisse in un altro sito, per la precisione aldilà di via Aldo Moro. All’epoca, però, quando si era ancora in tempo per creare un fronte comune sulla questione, Calero non disse nulla, mentre Variati, che era consigliere regionale, continuava a dire semplicemente "no" alla base statunitense. Ora che tutto è già stato stabilito e che i lavori sono già iniziati, la proposta del sindaco Variati, supportata dall’on. Calearo, appare solo velleitaria, giunge a tempo scaduto, e potrebbe alimentare un clima che di per sé è già molto teso, come purtroppo si è visto nei giorni scorsi. In momenti come questo, occorre un sano realismo: la base si fa, si fa sul Dal Molin, e, solo se accettata, è possibile iniziare un sereno ragionamento su cosa di positivo ciò possa comportare per Vicenza».
 

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