Umts, la Procura di Roma apre un?inchiesta
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fonte:
- Corriere della Sera
ROMA – Dopo la turbolenta conclusione della gara per
l?Umts, il telefonino di terza generazione, la magistratura
romana ha aperto un?inchiesta per aggiotaggio e turbativa
d?asta. Il primo passo sul fronte giudiziario del Procuratore
Salvatore Vecchione è stato l?apertura di un fascicolo nel
quale ha inserito le fotocopie degli articoli dei giornali
sulla vicenda. Il magistrato ha affidato gli accertamenti al
procuratore aggiunto Pasquale Lapadura e al pm Rodolfo
Sabelli: ieri pomeriggio per tre ore gli uomini della Guardia
di Finanza hanno perquisito la sede di Blu a Roma e hanno
portato via tutti i documenti relativi alla gara. E presto
dovrebbero partire le convocazioni per ascoltare come
testimoni i protagonisti delle trattative. La richiesta di
interrogare il ministro delle Comunicazioni Salvatore
Cardinale è partita dal Codacons, l?associazione per la tutela
dei consumatori che, come l?Adusbef, ha inviato una denuncia a
Vecchione. L?avvocato Carlo Rienzi, presidente del Codacons,
ha chiesto alla magistratura di sentire Cardinale per
verificare «se fosse stato comunicato al ministro, prima
dell?inizio dell?asta, la probabile difficoltà del consorzio
Blu a partecipare alla gara» e, nel caso in cui la risposta
sarà affermativa, «se non fosse un atto dovuto la riduzione
delle licenze da cinque a quattro, come previsto dal bando».
Sulle modalità dell?asta indagherà anche la Procura della
Corte dei Conti per verificare se ci sia stato un danno
erariale causato dall?amministrazione. «L?apertura
dell?inchiesta è un atto dovuto», ha spiegato il Procuratore
Paolo Maddalena, nel cui ufficio sono arrivati gli esposti di
Codacons e Adusbef. I responsabili di quest?ultima hanno
ricordato di aver scritto il 16 ottobre una lettera al
presidente del Consiglio Amato e al ministro Cardinale nella
quale avevano sollecitato il governo ad assegnare solo quattro
delle cinque licenze, riservandosi di mettere all?asta
l?ultima. «Il ritiro preannunciato di Blu – ha sottolineato
l?Adusbef – ha consentito di far assegnare le licenze agli
altri cinque partecipanti a un prezzo vicino a quello minimo
fissato come base d?asta facendo incassare circa la metà di
quanto preventivato se l?asta si fosse svolta con criteri di
rilancio fissati da una sana competizione tra i sei
concorrenti». E il Codacons presenterà oggi un nuovo ricorso
al Tar del Lazio per ottenere l?annullamento della delibera
del Consiglio dei ministri.
Un contenzioso di altro
genere, poi, opporrà Blu al governo. Ieri il consorzio ha
annunciato che si opporrà alla decisione del governo di
incassare la fideiussione bancaria di 4 mila miliardi
rilasciata per partecipare alla gara. Respingendo ogni
addebito, i responsabili di Blu hanno precisato che
«tuteleranno in ogni sede i propri diritti patrimoniali e non,
anche a salvaguardia della propria immagine». Iniziativa
analoga ha comunicato la società Autostrade, mentre Italgas ha
auspicato una pronta reazione di Blu. La fetta più grossa
della «sanzione» potrebbe gravare sulle spalle di Autostrade,
azionista di riferimento di Blu (1.280 miliardi). Altri 800
miliardi dovrebbe sborsare British Telecom , 360 miliardi
sarebbero la quota di Distacom, Edizione Holding e Mediaset e
280 miliardi a testa pagherebbero Bnl, Caltagirone e Italgas.
La fideiussione, che costa 120 milioni di interessi al
giorno, è stata rilasciata da ogni consorzio insieme a un
deposito cauzionale di 5 miliardi. Il disciplinare di gara
stabilisce che «è posta a garanzia della corretta
partecipazione alla procedura dei miglioramenti competitivi e
del pagamento dell?importo minimo». In base alle regole, la
fideiussione può essere «integralmente escussa in fase di
esclusione» dai rilanci, com?è avvenuto per Blu, per
violazione di alcuni obblighi, quale, per esempio, il divieto
di collusione. Nonostante il regolamento sia piuttosto chiaro,
è prevedibile che la battaglia legale sarà durissima. Anche
perché se Blu dovesse pagare una cifra simile, il suo futuro
si presenterebbe ben più complicato di quello che si profila
ora.
Già sarà difficile ristabilire i rapporti fra gli
azionisti dopo la frattura che ha portato al ritiro dalla
gara. Ne è un chiaro segnale la dichiarazione
dell?amministratore delegato di Autostrade Vito Gamberale, che
ieri ha detto: «Occorre un chiarimento fra gli azionisti.
Occorre un azionariato compatto e coeso. Se questo non è
possibile esiste anche l?istituto della separazione».
Destinatario numero uno del messaggio, British Telecom.
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