Udienza preliminare in novembre per le 49 morti Covid di piazza Mazzini
- fonte:
- La Stampa
Dopo le richieste di rinvio a giudizio per le morti nella casa di riposo di piazza Mazzini è stata fissata il 4 novembre alle 9,30 l’udienza preliminare. Si terrà davanti al giudice nell’aula grande del piano terra del Tribunale.Le parti offese identificate sono 24: tra di loro oltre ai congiunti degli anziani deceduti ci sono anche il Codacons e la Fondazione Promozione Sociale Onlus-Comitato Vittime Rsa. «Se ne avremo la possibilità – ha detto la presidente Maria Grazia Breda – ci costituiremo parte civile.Le leggi e le regole da rispettare durante una pandemia c’erano, ma non sono state seguite». Promozione Sociale Onlus aveva presentato degli esposti, così come diversi famigliari degli ospiti della casa di riposo di piazza Mazzini. Non sono invece stati identificati i congiunti di 34 anziani deceduti. La Procura di Vercelli, che ha condotto l’inchiesta partendo dalle morti degli ospiti della casa di riposo di piazza Mazzini nei primi mesi della pandemia, ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque persone. Si tratta di Alberto Cottini e Sara Bouvet, rispettivamente direttore amministrativo e direttore sanitario della casa di riposo, Silvia Cerutti, coordinatrice delle oss dell’rsa: per loro l’accusa è omicidio colposo. Stessa ipotesi di reato per Chiara Serpieri, direttore generale pro tempore dell’Asl all’epoca dei fatti,a cui è contestata inoltre l’omissione d’atti d’ufficio. Anche a Emanuela Scuto, medico della centrale operativa del 118 di Novara, si contesta l’omissione d’atti d’ufficio. Il 4 novembre il giudice deciderà se dovranno andare a processo. Le morti secondo cui la Procura ritiene ci siano responsabilità sono 49. Tra gli elementi di prova a sostegno dell’accusa ci sono anche i risultati di tre autopsie effettuate sui corpi degli ospiti della struttura. Poi molti esposti, tra cui anche quelli dei consiglieri comunali Michelangelo Catricalà e Maura Forte. Secondo la ricostruzione dell’indagine, condotta dal pubblico ministero Davide Pretti e chiusa dal collega Carlo Introvigne che ha ereditato il fascicolo (facendo cadere l’iniziale ipotesi di reato di epidemia colposa per Cerutti, Buvet e Cottini ma accusandoli di omicidio colposo, così come per Serpieri indagata inizialmente solo per omissione di atti d’ufficio) nella casa di riposo non erano state prese misure necessarie per evitare i contagi da covid 19. Secondo gli inquirenti i parenti sono continuati ad entrare nella struttura anche dopo il divieto formale del 4 marzo. Sempre dopo quella data gli ospiti hanno vissuto in situazioni troppo promiscue, partecipato a feste di compleanno, tombolate, recitato il rosario. Soltanto alla fine di marzo gli ospiti con
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