UDIENZA PER UN PROCESSO BIS
- fonte:
- Il Biellese
Il caso dei Tempio crematorio torna in aula oggi e la speranza dei familiari di chi ha avuto un caro cremato in quell’impianto è sempre la stessa: che si possa riaprire un nuovo processo contro gli amministratori,in particolare i fratelli Alessandro e Marco Ravetti, condannati in primo grado a 5 anni e quattro mesi il primo, a cinque anni il secondo (la richiesta della Procura era stata di 8 anni). E davanti al tribunale torneranno ad esserci loro, quei familiari costituitisi in comitato– “A casa con loro” il nome datosi — dopo che lo scorso maggio il giudice per le indagini preliminari Arianna Pisano aveva archiviato più di 500 loro denunce/querele. Davanti a un nuovo Gip, la giudice Eleonora Saccone, passeranno un’altra settantina di denunce/querele. Sono quelle, molte di residenti fuori provincia — il tempio infatti lavorava anche con imprese della Lombardia–, di chi aveva saputo dell’inchiesta solo dopo aver visto la puntata della trasmissione “Le Iene” dedicata allo scandalo. Che accadrà in aula? Non sono da attendersi colpi di scena. Gli avvocati che rappresentano i querelanti, tra cui l’avvocato Alessandra Guarini per le famiglie che si sono rivolte a Codacons, porteranno le conclusioni già presentate un anno fa tra cui le perizie dell’ex generale dei Ris Luciano Garofano sulle ceneri contenute nelle urne. Dall’altra la Procura ribadirà che non ci sono gli elementi probatori sufficienti per aprire un nuovo processo penale vedendo nella sentenza già pronunciata contro i Ravetti la via per ottenere giustizia in sede civile.
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