Ubriaco, precipita dal lungotevere: morto studente Usa
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fonte:
- la Repubblica
QUATTRO studenti americani, ubriachi fradici, seduti sul parapetto del lungotevere dei Tebaldi, a pochi metri da via Giulia. Sono le 2 di notte e tutt’ intorno è buio e deserto. Il quartetto ha passato la serata in due locali, uno a Campo de’ Fiori e l’ altro a Trastevere, a bere e chiacchierare: non il classico “pub crawl”, il giro dei bar a prezzo fisso e consumazioni a volontà ma, comunque, una nottead alto tasso alcolico. La tragedia arriva in un attimo. Un giovane alto, smilzo, con lunghi capelli castani, sale sulla spalletta, cammina come un equilibrista, con le braccia all’ infuori, azzarda perfino un saltello e, all’ improvviso, precipita nel vuoto. Un volo di quindici metri verso la morte. Andrew Keith Carr, 21 anni, dello stato di Washington, studente da tre anni, come i suoi amici, alla John Cabot University, resta ucciso all’ istante, il collo spezzato di netto. A chiamare il 113 è un ragazzoitaliano che, da una decina di metri di distanza, ha visto tutto. Lacrime e farfugliamenti da ubriachi davanti al vicequestore Lorenzo Suraci, dirigente del I commissariato Trevi-Campo Marzio, che sta indagando sulla morte del giovane americano. Non si escludono sanzioni amministrative per uno dei due locali dove i quattro ragazzi si erano fermati e che avrebbe servito birra e superalcolici nonostante fossero visibilmente alterati. Una nuova tragedia provocata dall’ alcol che innaffia le seredella movida. Sono sei i giovani che, dal 2007, hanno perso la vita per un’ imprudenza folle dopo il giro dei pub del centro o di altre zone ad alta densità di ritrovi e di folla: Alfredo Maria Capaldo, finito nel Tevere con la sua Mini da Ponte Paladino dopo un volo di 10 metri, Keith Jason Scorer, caduto da Ponte Cavour, Connor Grimes, scivolato da un balcone al settimo piano di un palazzo di via Ippolito Nievo (ma si parlò di suicidio), John S. C., precipitato da un ostello di via Solferino e Han Kwang Kee, trovato cadavere sulla banchina all’ altezza del lungotevere Tor di Nona, il braccialetto del pub crowl al polso. Una spaventosa serie di giovanissime vittime a cui si aggiungono decine di ricoveri in ospedale. «Ai ragazzi che si iscrivono alla nostra università spieghiamo chiaramente i rischi che comporta vivere a Roma e li mettiamo soprattutto in guardia dal consumo eccessivo di alcolici» spiega il professor Franco Pavoncello, rettore della John Cabot. Avvertimenti e semplici richiami al buon senso che, molto spesso,vengono ignorati. Secondo i primi accertamenti della polizia, il piccolo gruppo era composto di aficionados dei locali della zona. «Il nuovo incidente sul lungotevere impone immediate misure di sicurezza» interviene il presidente del Codacons Carlo Rienzi «È necessario istallare reti di sicurezza che impediscano l’ impatto con la banchina in caso di caduta». Ma il vero problema è quello di tanti, troppi ragazzi che, a vent’ anni, sono ormai segnati dall’ alcol.© RIPRODUZIONE RISERVATA.
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