Tv pirata a 12 euro al mese A rischio multa 700mila utenti
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fonte:
- La Nuova Venezia
coinvolte 25 persone tra cui un greco arrestato con 110mila euro in contanti. scardinata una rete con basi dal veneto a lombardia, puglia e sicilia
roma. Partite di Seria A, le coppe europee, e poi film, serie tv. Tutto «offerto» agli utenti attraverso un’ unica piattaforma pirata a 12 euro al mese. Così un’ organizzazione internazionale, finita sotto la lente della procura di Napoli e di Eurojust, a partire dal 2015 ha frodato il sistema dei pay tv attraverso il cosiddetto «pezzotto», ottenendo ricavi per 60 milioni di euro l’ anno. Quando ieri mattina la Finanza ha staccato la spina alla diffusa piattaforma streaming Xstream Codes, in un maxi-blitz messo a segno anche dalla polizia contro le iptv illegali, 700mila utenti si trovavano online. Ma sono 5 milioni i potenziali clienti. Anche loro rischiano guai con la giustizia – multe fino a 25mila euro al mese e la reclusione da sei mesi a 3 anni – La Finanza può risalire agli «abbonati» con la traccia ip, l’ indirizzo dell’ apparecchio collegato a internet, e le carte con cui sono stati fatti i pagamenti. L’ indagine diretta dal procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, e coordinata dal pm Vincenzo Piscitelli, riguarda 25 persone tra cui due greci. Uno di loro, Christos Papaoikonomu, ritenuto l’ inventore e il gestore della piattaforma, è stato arrestato a Salonicco dalla Finanza e dalla polizia greca: aveva 110mila euro in contanti. I membri dell’ organizzazione, in base a quanto emerso dall’ indagine, predisponevano e gestivano all’ estero gli spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano il segnale di Sky, Dazn e Netflix. Una fitta rete commerciali, con basi in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, acquisiva illegalmente i pacchetti di contenuti e li rivendeva. Sono 8 gli ordini europei di indagine eseguiti in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria dalle rispettive polizie giudiziarie. Verso gli indagati il gip di Napoli ha emesso un decreto di sequestro preventivo di account paypal, carte di debito e conti corrente. I reati ipotizzati sono associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di Iptv con l’ aggravante del reato trasnazionale. Per il Codacons, «la diffusione di piattaforme che consentono di vedere gratis le pay-tv, ha effetti fino al +10% sui prezzi degli abbonamenti televisivi, a discapito di chi paga regolarmente». —
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Tags: Dazn, Eurojust, Guardia di Finanza, Netflix, pay-tv, Procura di Napoli, sky, Xtream Codes