Tv Fiorello, il più grande show(man) dopo il week end
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fonte:
- Giornale di Brescia
Se il varietà, come genere televisivo, è dato per morto da tanto tempo, Fiorello invece è vivo e lotta insieme a chi cerca di proporre buona (e complicata da fare) televisione d’ elegante intrattenimento in tempi di realitymanìa o di dominio dei talk e dei rotocalchi d’ approfondimento politico. E c’ è il caso che, se l’ Auditel premierà questo «il più grande spettacolo dopo il week end» la cui prima puntata è andata in onda ieri sera su Raiuno, Fiorello riesca persino a farlo resuscitare il varietà, novello Lazzaro televisivo sia pure con sentore d’ antico. Che poi non è caratteristica da disprezzare se è questo il livello della proposta di un genere tv «classico», non senza spruzzatina di modernismo mediatico incarnato dal gruppo di anziani in edicola ripreso col cellulare nell’ anteprima. Poi è il via vero, con la voce fuori campo che ricorda «era il lontano 2004» e le immagini di Fiorello che lasciava lo studio Rai in taxi a conclusione di «Stasera pago io. Revolution». Ed è in taxi che, appunto, lo riprende ora la regia di Cristiano D’ Alisera mentre, in taxi rientra nel Teatro 5 di Cinecittà (dove girava Fellini…) grande come un campo di calcio, capiente di un migliaio di spettatori e splendidamente scenografato di lame di luce in blu, dimostrazione che il budget è di quelli che possono tanto. In apertura Fiorello ricorda il suo mentore, Mike Bongiorno esordendo con «Allegria!» e chiosando «e ce ne vuole tanta in questo periodo». Finirà la serata con un travolgente «Fratelli d’ Italia» in stile rap dedicato a Napolitano e agli italiani. Il primo monologo non può ignorare l’ attualità: «… ad Arcore ci sono le bandane a mezz’ asta… Berlusconi è sceso dai tacchi… ma non preoccupatevi sono passati solo due giorni e quelli come lui al terzo risorgono… ora abbiamo il più grande governo dopo il week end». E poi: «Non riesco a trovare nulla per scherzare su Monti: ci aiuti lei, veda se nella scrivania del suo predecessore trova un numero di telefono, una pillola blu, qualcosa che dia uno spunto». Per fortuna c’ è il premier tedesco Angela Merkel da sfottere, complice Michelle Hunziker che da svizzera conosce il tedesco, la quale inutilmente si schermisce «ma io lavoro anche alla tv tedesca…». «Signora Merkel – dice Fiorello -, guardi che quello che vi faceva ridere tanto, lei e il nano col testone (Sarkozy – ndr), non c’ è più, non saremo più un problema per l’ Europa. E per me lei, nonostante quel che s’ è detto, ha un culetto piccino». Poi ecco il Fiorello crooner che s’ aggiusta addosso una versione… sicula di «An englishman in New York» di Sting, per lasciare poi campo all’ entertainer scambiando due amenità col direttore di rete Mauro Mazza e facendosi dire da Marco Baldini, sua «spalla» nelle esperienze di «Viva Radio2», che la trasmissione «va in onda anche in radio». É Giorgia la prima ospite. E sarà lei, in un’ esplicita citazione dei varietà Anni 60, a evocare Mina nella sigla di chiusura in biancoenero. Fiorello – a riprova che dietro lo show c’ è accurata scrittura e idee che rivisitano gli schemi del varietà – va ben oltre il classico «ecco a voi…»: i due parlano di figli, finchè la più bella e mal valorizzata voce italiana intona a cappella una ninna nanna. E in coppia intonano «Ci son due coccodrilli…» come fossero allo Zecchino d’ Oro. É varietà, è intrattenimento. Ma c’ è un ritmo nuovo, da tv Anni 2000 e passa, un «quadro» via l’ altro. Fiorello guida la tele-Ferrari che gli hanno preparato, con la collaudata estrosità che neppure i 51 anni compiuti attenuano. Ma non è cazzeggio, è simpatia vera, è ironia da copione ben scritto e ben memorizzato, è saper stare perfettamente in scena e dominarla, insomma è alto professionismo. Fa niente se il Codacons contesterà la ruffianeria di tutte quelle Fiat 500 nella coreografia di un big della danza mondiale come Daniel Ezralow. Fiorello può persino permettersi di fare il verso all’ emilianità di Lorenza Lei, dg Rai. O spingere il campione Djokovic a giocare a tennis con la padella. E con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, è gioco di voci. Arrivano poi la presa in giro di Carla Bruni e «X-Factor». Ma come nella visionaria coreografia di ballerini con la maschera del conduttore, a fare la differenza è lui, l’ impareggiabile Fiorello. Capace di rianimare persino il vecchio varietà. Francesco Fredi.
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