16 Aprile 2011

Tutti assolti per l’ immersione

Tutti assolti per l’ immersione
 

GIANNUTRI. Il Codacons era ricorso in Cassazione per riaprire la vicenda del tuffo proibito di Gianfranco Fini a Giannutri. I giudici della suprema corte, avevano rimandato il fascicolo in Procura. E ora, il gip Valeria Montesarchio ha ribadito quello che già aveva scritto il giudice che si era occupato del caso la prima volta: archiviazione e quindi, assoluzione per gli indagati, il caposcorta e i vigili del fuoco che hanno accompagnato Fini e la compagna Elisabetta Tulliani in quell’ immersione a Giannutri. Nell’ estate del 2008 il Presidente della Camera effettuò delle immersioni nelle acque della riservatissima area protetta della Costa del Grottone a Giannutri, immersioni avvenute con la complicità di una scorta di Vigili del Fuoco. A seguito di questo episodio, il Codacons presentò una denuncia al tribunale di Grosseto contro lo stesso Fini e contro i vigili che lo accompagnarono in acqua. Il gip dispose inizialmente l’ archiviazione della denuncia, non ritenendo sussistente e documentata alcuna fattispecie penalmente rilevante, ma la Cassazione, accogliendo un ricorso del Codacons, chiese al pm di riaprire la fase davanti al gip, non avendo quest’ ultimo sentito l’ associazione come da procedura. E ora, è arrivata la decisione definitiva del gip Valeria Montesarchio, che ha scritto nella sentenza di archiviazione: «Il fatto materiale contestato agli indagati risulta accertato nella sua verificazione, non essendo in alcun modo in dubbio la circostanza per cui il giorno 26 agosto 2008 veniva rilevata la presenza di un’ imbarcazione nel tratto marino sito in zona 1 Giannutri località "I Grottoni" all’ interno dei confini dell’ Ente parco nazionale dell’ Arcipelago Toscano, in area in cui vige il divieto assoluto di accesso e transito dei natanti. L’ imbarcazione veniva identificata come corrispondente ad un mezzo di servizio istituzionale dei vigili del fuoco, squadra sommozzatori». Ma dagli atti e dalle informazioni raccolte appare credibile, secondo il gip, che gli indagati Quintilio Capecchi, Alberto Falciani, Paolo Scipioni, Fabrizio Simi e Maurizio Tattoli «abbiano agito ed inteso agire nell’ adempimento di un obbligo di servizio, e quindi nell’ adempimento di un dovere, prestando l’ assistenza a loro richiesta». Aggiungendo che «L’ attivazione da parte dell’ indagato (Simi Fabrizio) dei contatti con le amministrazioni locali, territorialmente competenti, sia pure non specificatamente competenti nella materia che occupa, appare incompatibile con la delineazione di profili anche colposi della condotta contestata». I vigili del fuoco che hanno scortato Fini nella sua immersione proibita quindi, hanno fatto il loro lavoro. «Grazie a questa decisione – afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi – chiunque voglia farsi un bagno nelle acque protette di Giannutri, potrà farlo senza correre il rischio di violare le norme a tutela dell’ ambiente, purché, però, dimostri di aver fatto un paio di telefonate alla capitaneria di porto o ad altro ente locale».

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