5 Settembre 2011

Tubercolosi in ospedale: la Procura valuta il reato di “epidemia colposa”

Tubercolosi in ospedale: la Procura valuta il reato di "epidemia colposa"
 

FINORA 115 I NEONATI RISULTATI POSITIVI ALLA TBC Tubercolosi in ospedale: la Procura valuta il reato di "epidemia colposa" Rischiano l’ imputazione due dirigenti del Gemelli: non avrebbero adottato le misure cautelative previste Infermiere al Gemelli (Imago) ROMA – Ormai è questione di ore: la procura è pronta a formalizzare le prime iscrizioni nel registro degli indagati per i casi di tubercolosi che si sono verificati al Gemelli. A rischiare l’ accusa di epidemia colposa sarebbero due dirigenti che, secondo i magistrati, non avrebbero adottato le cautele previste dalla legge per evitare il contagio. Il numero dei neonati colpiti dal batterio è finora di 115, ma si teme che sia ancora destinato a salire. CARTELLE CLINICHE AI NAS – I carabinieri del Nas continuano ad acquisire le cartelle cliniche e gli altri documenti necessari a definire le eventuali responsabilità dei manager dell’ ospedale: martedì 6, tra l’ altro, saranno al Bambin Gesù, dove è stato ricoverato un bimbo nato Gemelli e forse affetto, come gli altri, da Tbc. L’ ingresso del Gemelli (Eidon) L’ INFERMIERA CONTAGIATA – Ma l’ inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, punta anche a verificare la posizione dell’ infermiera che ha contratto la tubercolosi nel 2004. Non è ancora chiaro infatti se si sia sottoposta ai controlli prescritti dalle norme né chi l’ abbia contagiata. A questo proposito, non si esclude che la donna sia stata colpita dal batterio in un altro reparto del policlinico, in cui lavorava negli anni scorsi. Test al Gemelli (Eidon) I TEST CONTINUANO AL GEMELLI – Intanto da lunedì 5 settembre, per le famiglie che per motivi personali hanno dovuto posticipare le visite, resta in funzione per i test sui neonati soltanto l’ ambulatorio dedicato del Gemelli. Per i neonati già risultati colpiti dalla tubercolosi sono in programma ulteriori controlli, dopo i quali i bimbi potranno essere sottoposti alla profilassi prevista dal protocollo predisposto dall’ Unità di coordinamento regionale, guidata dalla presidente Renata Polverini. POSITIVI NON SIGNIFICA MALATI – L’ unità regionale ricorda ancora una volta che la positività al test non significa malattia, ma esprime l’ avvenuto contatto con il bacillo. Tant’ è che nessuna delle piccole vittime del contagio si è ammalata. Per il Codacons comunque si tratta dello . Perciò l’ associazione ha annunciato che"presenterà tre azioni legali in favore delle famiglie> e che mercoledì chiederà alla procura di disporre una serie di sequestri.

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