20 Dicembre 2012

Truffa dei derivati, accuse in Comune

Truffa dei derivati, accuse in Comune

 

 

La vicenda derivati del Comune di Milano si chiude con una sentenza storica. Il giudice Oscar Magi ha condannato ieri per truffa le quattro banche estere, Deutsche Bank, Ubs, JPMorgan e Depfa, che nel 2005 avevano stipulato con il Comune un contratto finito al centro di una lunga polemica e di una inchiesta. Condannati in primo grado anche 9 manager dei quattro istituti di credito, mentre sono stati assolti l’ ex direttore generale Giorgio Porta e l’ ex consulente dell’ allora sindaco Albertini, Mario Mauri. Per quanto invece riguarda Angela Casiraghi, la dirigente del Comune che ai tempi lavorava con Porta, il fascicolo che la riguarda è stato trasmesso in Procura. Secondo i giudici, le banche hanno lucrato sul Comune un profitto di 89 milioni: e il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, ha sottolineato che la sentenza «è importante perché riconosce il fondamentale principio di trasparenza necessario da parte delle banche nei contratti con la Pubblica amministrazione». Come si ricorderà, il Comune dopo essersi costituito in parte civile contro le banche, aveva firmato un accordo, la scorsa primavera, che aveva portato alle casse del Comune 450 milioni di euro e che altri ne porterà nei prossimi anni. In base alla transazione, l’ amministrazione aveva rinunciato a costituirsi contro le banche e questa decisione era stata in parte contestata in consiglio comunale. In particolare, la Lega aveva gridato al «regalo di decine di milioni di euro alle banche» e ancora oggi il Carroccio annuncia battaglia: «Alla luce della condanna – promette il capogruppo Alessandro Morelli – porteremo i documenti alla Corte dei conti, per verificare se sia stato fatto tutto nell’ interesse del Comune. Viene infatti da domandarsi quanto avremmo potuto ottenere se fossimo rimasti in giudizio contro gli istituti bancari che hanno danneggiato la città: per questo, riteniamo che il dg Corritore dovrebbe dimettersi». Secondo punto: «Chiediamo di verificare se ci sono ancora in essere contatti con le banche che hanno truffato il Comune. Se sì, vogliamo siano fatte verifiche sulla regolarità e la convenienza di queste operazioni economiche». Anche il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo aveva chiesto (abbandonando il banco della presidenza e intervenendo da consigliere di Federazione della Sinistra) che si cancellasse con un emendamento il passaggio che prevedeva il ritiro della costituzione a parte civile. «Oggi – commenta Rizzo – dobbiamo ancora una volta ringraziare la magistratura perché, malgrado la timidezza del Comune che aveva accettato di rinunciare a costituirsi contro le banche, ha proseguito nell’ indagine ed è andata a ricercare e stabilire responsabilità reali anche nel mondo bancario». Alla Lega che sollecita le sue dimissioni, il direttore generale Davide Corritore risponde seccamente: «L’ accordo sui derivati ha portato 450 milioni in cassa che hanno coperto il buco del patto di Stabilità del 2012 e ne entreranno altri 250 nei prossimi 23 anni. Visto il difficile stato dei conti futuri, mi dimetterei ogni giorno se questo potesse generare altri milioni di entrate per il Comune». Ma va all’ attacco anche il consigliere Manfredi Palmeri di Fli: «Se quel provvedimento di accordo transattivo fosse stato di consiglio e non di Giunta, con quei contenuti non sarebbe passato, anche perché conteneva la revoca della costituzione di parte civile. Fra l’ altro, non hanno neppure mantenuto l’ impegno preso allora di usare quei soldi per evitare l’ aumento dell’ addizionale Irpef». Infine, il presidente del Codacons, Marco Maria Donzelli plaude alla sentenza e fa notare che «ora i cittadini milanesi andrebbero risarciti per le maggiori tasse che in questi anni hanno dovuto pagare per colpa dei soldi persi in queste operazioni speculative». Elisabetta Soglio RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

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