12 Maggio 2006

Troticoltura, stop all?attività

Troticoltura, stop all?attività


Il Codacons: «Finalmente interrotto lo sfruttamento delle acque»



Anche la provincia di Rieti come denunciano da anni gli ambientalisti ha il suo ecomostro. E come per i più noti edifici già abbattuti dalle ruspe, anche per quello di casa nostra si annunciano tempi duri. È l?impianto di troticoltura di Cittaducale che adesso ha smesso di interferire nell?ecosistema che comprende Velino, Sorgenti del Peschiera (difese anche dall?Unione Europea che le annovera tra i Sic) e giù fino al lago di Piediluco.
E mentre a Bari e Amalfi sulle barricate sono saliti gli ecologisti di Legambiente e Wwf, a Rieti è toccato al Codacons farsi garante dell?ambiente. E solo ieri gli attivisti dell?Associazione che si batte per la difesa dei diritti dei cittadini sono stati in grado di comunicare che «l?ecomostro delle Sorgenti del Peschiera è stato fermato». Ma perché soltanto ieri l?annuncio, visto che il sindaco di Cittaducale, Giovanni Falcone, afferma che l?impianto è fermo dal mese di settembre dello scorso anno?
«Semplice – spiega Marco Tiberti, responsabile provinciale Codacons – Finché non é stata fermata la captazione dell?acqua, per noi l?impianto rimaneva in attività. Poiché i titolari, nonostante le nostre proteste finite per ben due volte in sede comunitaria a Bruxelles, hanno continuato nei fatti a disattendere anche le ?messe in mora? da parte del Parlamento europeo e il Governo italiano di centrodestra ad assicurare che tutto era a posto, noi abbiamo aspettato il momento opportuno, cioé quando dal ?falso fermo? si è passati a quello effettivo.
E adesso chiediamo a gran voce il ripristino dei luoghi, a cominciare dalla demolizione delle opere che costituiscono lo sbarramento frontale. In un passaggio successivo chiederemo la restituzione dei terreni espropriati ai legittimi proprietari».
Ma quali veleni ha prodotto nel tempo, secondo le accuse degli ambientalisti, il megaimpianto di troticoltura a Cittaducale: sicuramente tanto zolfo e fosforo accumulatisi nei bacini di valle.
E il Comune, per la troticoltura da da sempre nel mirino degli ambientalisti? Anche adesso che il Codacons punta a scrivere la parola fine il sindaco Giovanni Falcone continua invece a dire che «sta facendo di tutto per ricucire gli strappi tra i proprietari del mega impianto (che sfornava in un anno tonnellate di prodotto, ndr ) e i gestori». Ricucire perché? «Perché una volta spente le polemiche – dice Falcone – si possa tornare ad allevare avannotti di trote fario nelle acque purissime del Peschiera». Il sindaco Falcone trova il modo di spendere parole di lode per quelle acque «purissime, ricche di sali minerali e completamente esenti da inquinanti organici grazie ai depuratori».
Falcone riferisce anche un aneddoto che accompagna la vita delle trote: «Dicono gli esperti che ci sarebbe troppa anidride carbonica che finisce con l?addormentare le trote che poi non mangiano e non crescono a sufficienza». «Abbiamo pensato a questo inconveniente – spiega il sindaco – Il professor Damiani dell?Università della Tuscia ha studiato il modo di migliorare la quantità di ossigeno nell?acqua che rifornisce l?impianto di troticoltura. Anche per questo non dobbiamo disperdere i risultati di tanto lavoro, eppoi noi siamo tranquilli: dopo tante denunce archiviate, dopo le inchieste chiuse con un nulla di fatto, abbiamo davvero la coscienza a posto».
Quasi a dire che senza le liti fra i proprietari e gestori l?impianto avrebbe continuato alla faccia degli ambientalisti a lavorare a pieno regime. Per il Codacons, invece, è arrivato il momento di chiudere uno dei capitoli più bui delle attività imprenditoriali sabine, capitolo per di più scritto proprio negli anni in cui la coscienza sul valore imprescindibile dei corsi d?acqua reatini ha fatto finalmente breccia non solo fra gli ambientalisti.


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