«Troppo amianto in città si prevedano le bonifiche»
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fonte:
- La Gazzetta del Mezzogiorno
«Rischiamo di sembrare inopportuni se in tempi di pandemia Covid 19 torniamo a parlare di bonifiche da amianto nella nostra città. Orbene è noto a tutti che il Recovery plan post- individua azioni da attuare per il rilancio e la ripresa economica del nostro paese sostenuti con 222 miliardi di euro in sei aree tematiche di intervento». Così il dottor Antonio Carrabba della Aea Associazione Esposti Amianto e Rischi per la salute e l’avvocato Nicola Ulisse del Codacons sede di Trani. E poi: «Tutte le aree individuate sono di interesse strategico e in grado, se ben gestite, di realizzare quel processo di rinnovamento strutturale e culturale del paese perché possa diventare moderno e competitivo, dove l’onestà intellettuale e la sensibilità siano la bussola di cittadini preparati e responsabili nei confronti dell’ambiente delle diversità e dell’accoglienza dove le periferie non siano ghetti trascurati, abbandonati al degrado sociale tante volte origine di violenze verso le donne, bullismo e delinquenza minorile e comune. Non vogliamo più vedere lo sconsiderato consumo di “suolo” per la massimizzazione dei profitti dei soliti noti. Dobbiamo imparare a rispettare il mare, dobbiamo imparare a produrre meno rifiuti a raccoglierli differenziandoli e farne ricchezza». Aggiungono: «Il Recovery plan deve essere l’occasione per rimediare agli errori del passato (tanti), non dobbiamo nemmeno sforzarci di cercare la soluzione, l’abbiamo già, è tracciata; e poi non vogliamo essere tutti doppiamente imbecilli ostinandoci a cercare i colpevoli, se è per questo li conosciamo già. Trani da quasi vent’anni ha scelto di essere città slow senza che i requisiti indispensabili previsti siano mai stati perseguiti per esserlo veramente attraverso lo sviluppo delle politiche individuate nell’ambito delle macrocategorie fondamentali quali: energia, ambiente, qualità della vita, lavoro in particolare nei comparti confacenti alla vocazione slow dichiarata ed altre». Precisano: «In questo contesto complessivo e nello specifico in quello ambientale si colloca la mancata bonifica dei numerosi capannoni industriali esistenti in particolare nella zona nord- della città, tutti ammalorati e quasi mai o forse mai manutenuti. La bonifica di quei siti, alcuni in abbandono, va vista in termini di benefici per lo svolgimento di attività produttive, di risparmio di suolo evitando l’edificazione di nuovi opifici su suoli agricoli, possibile rientro, magari incentivato, nella città di imprenditoria emigrata fuori e soprattutto in termini di concreta politica di tutela della salute anche alla luce del fatto che in alcuni capannoni viene svolta attività lavorativa. A margine di quest’ultima circostanza non possiamo evitare di ripetere ancora una volta come in tempi di crisi l’offerta e l’accettazione del lavoro siano spesso accompagnate da minore o talvolta mancanza di sicurezza». La conclusione: «Se Trani farà le bonifiche degli oltre 25.000mq di coperture di cemento- con i tempi di quella del Supercinema (19 anni per una copertura di circa 700 mq) sarà “asbestos free” solo nel 2741. Chiediamo pertanto al sindaco Amedeo Bottaro di emanare con urgenza ordinanze per un intervento capillare di censimento/ È un fatto scientificamente provato che l’amianto è cancerogeno e poi molti studi dimostrano come l’inquinamento sia veicolo anche di altri fattori di rischio come i virus (vedasi Covid19 purtuttavia qualora si ritenessero questi studi contraddittori o non esaustivi per costituire motivo di obbligo di tutela della salute dei cittadini, quanto a nocività le fibre di amianto bastano da sole»
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