4 Luglio 2007

TRENO FERMO IN GALLERIA, RISARCITO DANNO SALUTE PASSEGGERO

TRENO FERMO IN GALLERIA, RISARCITO DANNO SALUTE PASSEGGERO

Il giudice di pace di

Foligno ha condannato Rfi e Trenitalia a risarcire con 500 euro

il danno alla salute subito da un passeggero che era a bordo di

un Eurostar rimasto fermo in galleria per circa tre ore in

seguito a un guasto al locomotore (un problema aveva interessato

anche il convoglio inviato per rimorchiarlo).

La sentenza, depositata il 31 maggio 2007, è stata resa nota

dallo stesso pendolare, Sergio Fortini, assistito dagli avvocati

Mauro Fonzo, del Codacons, e Loretta De Tona.

I fatti al centro della causa civile risalgono al 30 novembre

2005, allorché il treno Es 9341 partito da Foligno verso le

7.30 e diretto a Roma si fermò in una galleria per un`avaria.

Circa due ore dopo – è detto nella sentenza – venne rimorchiato

da un treno di soccorso, fermandosi però subito dopo per un

guasto anche all`altro mezzo. I passeggeri giunsero quindi a

destinazione con circa quattro ore di ritardo.

Secondo il giudice di pace Angela Difino “il vettore non ha

dimostrato la mancanza di colpa, in ordine all`avaria del treno

e al guasto al locomotore di soccorso“. “Il vettore versa

pertanto in colpa – ha aggiunto – per aver omesso di controllare

e garantire l`efficienza delle macchine tutte, ivi comprese

quelle di soccorso. Lo stato dei materiali e il funzionamento

dei mezzi adoperati deve infatti essere tale da garantire il

rispetto dell`ordinato e regolare svolgimento del servizio di

trasporto ferroviario“. Nella sentenza si sostiene poi che

“risarcibile devesi ritenere il danno alla salute richiesto,

poiché eziologicamente riconducibile all`inadempimento del

vettore“.

In base alle testimonianze raccolte il giudice ha ritenuto

che il danno “si è manifestato in episodi di concreta e

significativa sofferenza psico-fisica, per la permanenza

all`interno di una galleria, per l`impossibilità di comunicare

con l`esterno (a causa dell`assenza di campo dei telefoni

cellulari – ndr), per la mancanza di illuminazione (in due

vetture – ndr) e riscaldamento, per l`aria maleodorante causa il

fumo di scarico del locomotore di soccorso, per l`insufficienza

di cibo e vivande“.

Fortini, che lavora a Roma, aveva chiesto un risarcimento di

2 mila euro, mentre Trenitalia aveva sollecitato il rigetto del

ricorso ritenendolo “del tutto infondato“.

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