24 Gennaio 2014

Treni, rialzo dei biglietti? «Ne hanno già fatti due»

Treni, rialzo dei biglietti? «Ne hanno già fatti due»

VENEZIA – Scatena la rivolta l’ ipotesi annunciata dall’ assessore alla Mobilità, Renato Chisso, di un nuovo rincaro dei biglietti dei treni (non degli abbonamenti), necessario a trovare i 3 milioni per le nuove 18 corse al giorno introdotte dall’ orario cadenzato. «Tanto per cominciare l’ aumento sugli abbonamenti è già entrato in vigore da gennaio, quindi non ci raccontino storie – sbotta Luciano Ferro del Codacons – e si aggiunge all’ altro sui ticket, praticato nei mesi scorsi. Quello previsto sarebbe il terzo balzello ed è inammissibile, soprattutto considerata la scarsa qualità del servizio. Convogli spariti di mattina e alla sera, vagoni sempre stracarichi, sporchi e in ritardo giustificano nuovi esborsi? Ma si vergognino». D’ accordo Luciana Bombieri, dell’ associazione pendolari: «Alla luce del disastro dell’ orario cadenzato, non mi sembra il caso di ritoccare ancora il costo dei titoli di viaggio. Prima facciano fuzionare le cose e poi, eventualmente, se ne riparla. La spesa dev’ essere relazionata alla qualità del servizio e non mi pare proprio sia così, sui regionali». Scettici i componenti della commissione Trasporti in Regione, ai quali mercoledì sera Chisso ha prospettato l’ idea. «E’ inaccettabile sistemare così i buchi più disastrosi dell’ orario cadenzato – dice Antonino Pipitone (Idv) – la Regione ha sbagliato scelte, danneggiando gli utenti, e per metterci una toppa chiede il conto proprio a loro. Siamo arrivati all’ amministrazione creativa, al trasporto col balzello. Per di più l’ adeguamento è ancora indefinito e sarà modulato sul fabbisogno degli investimenti. Ma come? Dopo mesi di via crucis ferroviaria, i passeggeri non hanno nemmeno il diritto di sapere a quanto ammonterà il rincaro? E se la rete avesse bisogno di interventi importanti che farà Chisso, raddoppierà i biglietti? O li triplicherà, fino a che converrà usare il taxi?». «E non ci vengano a fare i soliti confronti col resto d’ Europa – ammonisce Diego Bottacin (Scelta civica) – nessun altro sistema prende un sussidio pubblico tanto alto come l’ Italia, per di più aumentato del 30% nel 2008, dalla Finanziaria Prodi. Ma continuare a investire soldi nel settore non serve, se non si cambia l’ organizzazione». Prende posizione il Pd, con Sergio Reolon, che osserva: «La situazione treni in Veneto sembra una barzelletta, resa più esilarante dalle giustificazioni di Trenitalia, che imputa alla geografia particolare della Pianura Padana i problemi legati ai disservizi. Il vero problema è che la Regione non investe denaro e risorse adeguate per attuare le modifiche necessarie. Per una volta mi piacerebbe sentire da Chisso quali sono le soluzioni concrete per far fronte ai disagi creati dai buchi nell’ orario, da ritardi e disservizi di ogni sorta». M.N.M. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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