T-red, multe e semafori sotto accusa
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fonte:
- Gazzetta di Modena
Così, con una mezza autocritica per salvare capra e cavoli, Roberto Adani ha cercato di trarsi fuori d’impaccio davanti all’intervistatrice. Ad ascoltarlo in diretta a "La vita in diretta", c’erano due milioni e mezzo di persone. Inutile dire che tutti i vignolesi che potevano collegarsi con Rai 2 non hanno perso l’occasione per ascoltare l’autodifesa del primo cittadino dopo mesi di polemiche e ricorsi per gli impianti sequestrati ai semafori. Negli ultimi mesi i campanelli dello scontento, dei pasticci creati da quei T-red sparamulte, Roberto Adani li aveva sentiti, ribadendo però che tutto era in regola. Poi è arrivata l’inchiesta della Procura di Milano e della Finanza, il sequestro delle telecamere sparamulte e ieri la trasmissione di Rai Due. Lamberto Sposini in studio guidava il botta e risposta, coordinando le interviste già montate; così è saltato fuori il dietrofront del sindaco e di tutta la sua giunta che lo ha seguito nella prima fase, quella del noleggio degli impianti, e in quella successiva dell’acquisto, per un totale di circa 300 mila euro. Gli incroci di Brodano in via per Spilamberto e della tangenziale sono finiti nel mirino della Procura lombarda e delle telecamere. Poi, tanto per non mancare nulla, alcuni automobilisti multati a Vignola e non solo, guidati dal segretario del Codacons Fabio Galli che ha presentato i ricorsi. Il caso più grottesco è stato quello di un guidatore che si è visto recapitare a casa la multa per il passaggio col rosso. Quando ha chiesto spiegazioni gli è stata mostrata la foto della sua vettura ferma, proprio ferma, davanti al rosso: "E questa sarebbe la prova dell’infrazione?" ha tuonato Galli. "Noi abbiamo agito in buona fede", ha replicato nel finale Adani agli intervistatori della Rai e il collegamento, questa volta in diretta, si è spostato a Modena su via Vignolese, di fianco all’università, all’angolo con via Campi. Lì i microfoni e la troupe della "Vita in diretta" hanno dato voce ai multati del fratello maggiore del T-red, ovvero il fotored che con sole due foto scattate dal retro – e sempre dopo il rosso – dovrebbe dimostrare la colpevolezza di automobilisti poco attenti. "Non è certo il mio caso – ha spiegato un automobilista davanti a un folto gruppo di vittime dei "semafori fotografici" – Io stavo guidando lungo la tangenziale Neruda quando mi sono trovata col semaforo che è passato dal verde al rosso, senza giallo. Con me c’era mia figlia che ha visto la stessa cosa. Due mesi dopo ci siamo ritrovati la multa a casa e ho scritto ai giornali raccontando l’accaduto; il giorno dopo un’altra modenese ha citato una disavventura simile, capitata a lei, con una sequenza diversa: verde – giallo – verde. Inevitabile il ricorso, prove di quello che era accaduto non ce n’erano". Poco prima il comandante Leonelli, presente pure lui nella diretta, aveva approfittato di una pausa per spiegare l’accaduto ma poi ha dichiarato: "Che io sappia non esistono registrazioni sul corretto funzionamento dei semafori". Poi la parola è passata a Galli che ha chiesto regole uguali in tutta Italia per l’accertamento dei tempi del giallo anzichè affidare a comuni e ditte costruttrici il compito d’interpretare il codice della strada.
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