TOSCANA: IL GIP DI FIRENZE ARCHIVIA LA DENUNCIA DEL CODACONS SULL’ACQUA ALL’ARSENICO NEI COMUNI DI PIOMBINO E RIO MARINA
TOSCANA: IL GIP DI FIRENZE ARCHIVIA LA DENUNCIA DEL CODACONS SULL’ACQUA ALL’ARSENICO NEI COMUNI DI PIOMBINO E RIO MARINA
SECONDO
IL GIUDICE IL SUPERAMENTO DEI LIMITI AI VELENI NELLE ACQUE PER DUE
“SOLE” SOSTANZE TOSSICHE, NON DETERMINA RISCHI PER LA SALUTE
Il Gip di Firenze, David Monti, ha disposto l’archiviazione della denuncia presentata dal Codacons in merito alla presenza di arsenico nelle acque potabili di alcuni comuni della Toscana.
Come noto, in base ad un documento della Commissione Europea, in 16 comuni della Toscana risultavano valori di arsenico e di altre sostanze nocive superiori ai limiti imposti dalle direttive europee. Il Codacons aveva avviato una battaglia legale a tutela dei cittadini coinvolti, presentando una serie di denunce alle competenti Procure della Repubblica.
Oggi arriva la risposta del Gip all’istanza dell’associazione che si opponeva all’archiviazione richiesta dalla Procura di Firenze. Si legge nella decisione del Giudice Monti:
“…ha fatto seguito la annotazione in data 6 settembre 2011 di protocollo NOE di Firenze nella quale, con accurati controlli in tutti i Comuni della Toscana, si dà atto dei puntuali accertamenti svolti nonché 5 punti di conclusioni finali nei quali in sostanza si dà atto del non rilievo di alcun profilo allo stato penalmente rilevante, essendo in un solo caso emerso un superamento del parametro boro nel Comune di Rio Marina, nonché un solo e sporadico superamento del parametro arsenico nel Comune di Piombino. Tutti i responsabili delle Asl interessati hanno escluso categoricamente rischi sanitari per l’uomo ed hanno dimostrato attenta vigilanza sulla materia”.
Per il Gip quindi – spiega l’associazione – il superamento dei valori limite ai veleni nelle acque per “sole” due sostanze tossiche e in casi sporadici, non costituisce reato, nonostante i cittadini paghino tariffe idriche per avere sempre acqua sana e pulita. Il Codacons ha deciso di segnalare la decisione del giudice al CSM, affinché valuti eventuali azioni da intraprendere.
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