1 Febbraio 2019

Tirreno Power, cinquanta cittadini chiedono i danni: «Stress da centrale»

 

Giovanni Ciolina Olivia Stevanin /SAVONA Un risarcimento del danno morale da imputare alla paura di poter contrarre delle patologie a causa dell’ esposizione alle emissioni della centrale termoelettrica di Vado Ligure. È quello che chiede una cinquantina di cittadini che, ieri mattina, si sono costituiti parte civile nel processo per disastro ambientale e sanitario colposo che vede a giudizio ventisei persone tra manager ed ex manager di Tirreno Power. La novità è emersa nel corso della seconda udienza filtro del processo relativo all’ inchiesta sulla centrale che era stata fissata dal giudice Francesco Giannone proprio per raccogliere eventuali ulteriori costituzioni di parte civile dopo quelle già formalizzate di associazioni ambientaliste (Greenpeace, Medicina Democratica, Legambiente, Uniti per la salute, Wwf e Anpana) e il Ministero dell’ Ambiente. Così, insieme al Ministero della Salute, Accademia Kronos, Codacons, Cittadinanza Attiva, Articolo 32 e Adoc, si sono costituiti anche più di cinquanta cittadini residenti nella cosiddetta «zona di ricaduta» delle emissioni – inquinanti secondo l’ accusa della centrale. Una sorta di «class action» condotta sotto la regia di Medicina Democratica, con l’ assistenza degli avvocati Laura Mara e Rita Lasagna, alla quale hanno aderito finora 48 persone (alcune rappresentano anche dei minorenni e per questo il numero dei cittadini che partecipano all’ azione legale supera le cinquanta unità). La richiesta di risarcimento, come hanno precisato i legali delle parti civili, non è legata alle lesioni o al danno per la salute, ma a quello morale. I cittadini in questione avrebbero subito un aumento del rischio di potersi ammalare ed avrebbero anche modificato il loro stile di vita a causa del timore e dello stress di poter contrarre le patologie presumibilmente causate dalle emissioni della centrale. A sostegno della propria tesi l’ avvocato Laura Mara ha portato il caso della Icmesa di Seveso e soprattutto la pronuncia della prima corte d’ Appello di Torino dello scorso 4 gennaio in merito al processo Solvey di Spinetta Marenco. «In quel caso i giudici hanno ammesso la costituzione di parte civile di singoli cittadini che hanno ritenuto di aver subito un danno temuto» ha spiegato il legale di Medicina Democratica Tesi immediatamente bocciata da Tirreno Power (che proprio ieri mattina si è costituita come responsabile civile) che attraverso una nota ha replicato: «La centrale sta lì da 50 anni. E’ evidente che qualora ci fosse stata ansia da parte di qualche cittadino non pub essere certo attribuita a Tirreno Power, ma a chi ha strumentalmente fatto affermazioni ingiustificate sull’ impatto della centrale, affermazioni ufficialmente smentite dalle relazioni ambientale e sanitaria dell’ osservatorio della Regione Liguria». Insomma, il processo è ancora alle fasi preliminari, ma le schermaglie sono già tante ed accese ed a guardare il calendario fissato ieri mattina il processo non si concluderà prima del gennaio del 2020. A cominciare appunto dalla richiesta di ammissione a parte civile dei singoli cittadini che verrà discussa nella prossima udienza del 19 marzo. –

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