17 Agosto 2010

“Tesoretto” di 6 miliardi per la ripresa dal fisco rimborsi a famiglie e aziende

"Tesoretto" di 6 miliardi per la ripresa dal fisco rimborsi a famiglie e aziende
 

ROMA – L´evasione non si cura con i condoni; chi è abituato a non pagare le tasse non le paga nemmeno con lo "sconto". Versa la prima rata e una volta conquistata l´impunità si dimentica di coprire il saldo: lo dimostra l´andamento della sanatoria varata nel 2002 dal secondo governo Berlusconi. Lo Stato, invece, quando deve restituire i soldi ai contribuenti, ci mette un po´ di tempo, ma mantiene la parola: lo si vede dai 6 miliardi di euro in rimborsi fiscali effettuati dall´Agenzia delle Entrate. A otto anni della sanatoria fiscale varata per il 2002 – 2004, manca all´appello il 18 per cento del dovuto. Dei 26 miliardi dichiarati dai condonati, nelle casse dello Stato ne sono entrati poco più di 21, ma resta un buco di 4,6 miliardi. "Dimenticanza" resa possibile dal regolamento: chi doveva più di 3.000 (per le persone fisiche) o 6.000 euro (per le aziende) poteva versare in più rate, ma bastava pagarne la prima per rendere effettivo il condono conquistando l´impunibilità per i reati tributari e non tributari legati alla sanatoria. Una sorta di "paghi poco, ottieni tanto" fatto apposta per invogliare all´adesione. L´evasore quindi non si redime con gli sconti: a denunciare il fatto è Fisco equo, la rivista on-line dell´associazione Lef (Legalità ed equità fiscale). Sugli esiti di quella sanatoria, si legge, la Corte dei Conti aveva già espresso i suoi dubbi: vista la tendenza a non pagare, i magistrati – nel 2008 – avevano suggerito una serie di norme che facilitassero la riscossione del dovuto (l´espropriazione dell´immobile senza la preventiva ipoteca, per esempio). Rimedi che non avevano sortito l´effetto sperato: lo scorso gennaio la Corte ha ammesso che la stretta aveva fatto recuperare solo 786 milioni. Oltre 4 miliardi e mezzo di euro mancano. Un buco dovuto al fatto che «il legislatore dell´epoca (stesso governo e stessa maggioranza parlamentare di oggi) per rendere più appetibile la sanatoria, non ha vincolato l´efficacia del condono al versamento dell´intera somma». Lo Stato, invece, rende il dovuto. Negli ultimi sette mesi del 2010 l´Agenzia delle Entrate ha restituito ai contribuenti importi pari a 6miliardi: rimborsi richiesti con le dichiarazioni presentate fino al 2008 e riferibili, quindi, in parte all´anno d´imposta 2007 e in parte agli anni precedenti. A beneficiare dei rimborsi di imposte e bonus sono stati circa un milione tra lavoratori dipendenti e pensionati, professionisti e imprese. Risorse – fanno capire gli uomini di Tremonti – che aumenteranno la liquidità di famiglie e aziende aiutandole ad agganciare la ripresa. Contenti, ma non del tutto convinti, i consumatori. «Risultati incoraggianti – commenta il Codacons – ma parte dei rimborsi è legata al fatto che ai contribuenti era stato richiesto più del dovuto: basta con le cartelle pazze». Il 70 per cento delle risorse liberate, fanno notare Federconsumatori e Adusbef, vanno al lavoro autonomo e all´impresa «dove storicamente si annida l´evasione fiscale» (dei 6 miliardi, 4 sono in rimborsi Iva). «Sarebbe giunto il momento di riformare il Fisco privilegiando il reddito fisso – commenta Rosario Trefiletti – questo rimborso è positivo, ma non ci soddisfa».

 

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