Tennis solo all’aperto I circoli lombardi fanno ricorso al Tar
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fonte:
- Corriere della Sera
«Siamo a un punto di non ritorno: se le cose non cambiano immediatamente, rischiamo il collasso». Le parole lapidarie di Alberto Paris, direttore tecnico del circolo cittadino Forza e Costanza e consigliere del Comitato Lombardo Fit, interpretano uno stato dell’arte quello del tennis regionale, che da mesi fa i conti con una crisi profonda. La causa scatenante è la pandemia, ma sul banco degli imputati viene messa la sua gestione da parte del Governo. Un fiume di problemi sorto da «indicazioni e restrizioni approssimative», sfociato pochi giorni fa in un ricorso al Tar del Lazio firmato da 31 soggetti lombardi – tra cui Forza e Costanza – che chiede «la sospensiva del Dpcm attualmente in vigore che consente ai circoli e alle società sportive lo svolgimento dell’attività all’aperto ma limita ai soli giocatori agonisti quella al coperto». poter sussistere, l’attività dei club ha bisogno del movimento amatoriale, fatto di soci non agonisti e di ragazzi delle scuole tennis. La rigidità dell’inverno e la chiusura degli spogliatoi condiziona fortemente, almeno nel nord Italia, l’utilizzo dei campi all’aperto mentre il Dpcm sblocca quelli al coperto esclusivamente ad agonisti e ad eventi di «preminente interesse nazionale», come i tornei Open con montepremi. Si inserisce qui la chiave per leggere il ricorso (che sarà discusso il 27 gennaio): sia gli sport che gli spazi chiusi non sono tutti uguali. «Una palestra o una piscina non possono essere paragonate a una tensostruttura aperta ai lati o a un pallone pressostatico», insiste Paris. «Il tennis sta nella stessa metà campo della sicurezza e della scienza», pensano in rima Tc Milano Bonacossa e Tc Lombardo, motori della protesta e, fin dalle prime settimane di lockdown, interlocutori assidui di Forza e Costanza. Rischiare non è un’opzione ma giocare a tennis non è un rischio: a sostenere la tesi c’è lo studio condotto dal prof. Giorgio Buonanno, ordinario di fisica tecnica ambientale all’Università di Cassino, secondo cui i palloni da tennis garantiscono un ricambio d’aria ogni 20- minuti, il che, associato alla grandezza dei volumi dell’ambiente rende vero il concetto che «giocare a tennis sotto il pallone pressostatico è come giocare all’aperto Accanto ai circoli lombardi sono scesi in campo nelle ultime ore omologhi emilianoromagnoli e piemontesi, ma anche il Codacons, che nel merito definisce «ingiusto» il Dpcm. «Aspettare la primavera per riprendere è impensabile – completa Paris -, rinunciamo da un anno al 50% degli introiti, molti circoli rischiano di sparire». «Quello che ci interessa affermare — chiude il testo del ricorso — è l’accertamento tecnico- e giuridico dell’assoluta sicurezza della pratica del tennis. Per farlo, noi – promotori per vocazione dello sport individuale per eccellenza – abbiamo deciso che questa partita la giochiamo di squadra”.
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