Telecamere in aula, è scontro
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fonte:
- Giornale di Vicenza
ROMA Meglio l’ incolumità in classe o la privacy? Di fronte ai ripetuti casi di maltrattamenti di maestri nei confronti di alunni in tenera età e, in queste ultime settimane, di violenze da parte di studenti nei confronti dei loro professori, c’ è chi torna a proporre l’ introduzione delle telecamere nelle scuole. Ed è di ieri l’ ultima vicenda, protagonista un quattordicenne di un istituto in provincia di Firenze sospeso per 19 giorni perché tempestava i compagni di telefonate anonime e faceva circolare nelle chat di scuola fotomontaggi offensivi. La soluzione telecamere, però, non convince i sindacati. «La scuola è un ambiente educativo, pensare a telecamere in classe fa venire in mente un riformatorio o un carcere», ha sbottato Pino Turi, segretario generale Uil Scuola. «Il bravo docente si mette in relazione con la classe», ha continuato Turi, «mentre la telecamera significherebbe avere un Grande Fratello in aula, è fuori da ogni logica, dobbiamo tornare agli antichi valori».Per Maddalena Gissi, Cisl Scuola, il timore non sono le telecamere «ma che si possa mettere in discussione la relazione tra insegnante e discente: se lo si fa nelle scuole materne e primarie si toglie naturalezza al rapporto tra maestra e allievi, nelle scuole superiori costruiremmo un Grande Fratello che anche qui potrebbe influenzare il rapporto con gli allievi. Semmai abbiamo bisogno di telecamere laddove l’ occhio dell’ insegnante non arriva», ha proseguito Gissi, «per esempio nelle scale d’ emergenza, nei corridoi, in alcuni luoghi in cui le azioni di bullismo avvengono. Il dubbio però è su chi dovrebbe controllare il materiale prodotto se si dovessero mettere le telecamere», Insomma alla fine i contro prevarrebbero sui pro. Nettamente contraria la Cgil, con Francesco Sinopoli: «Ribadiamo qui, e con forza, la contrarietà della Flc Cgil ad ogni uso improprio, e soprattutto di controllo, della videosorveglianza nelle aule scolastiche». Anche Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda, si dice «molto perplesso». Contro le obiezioni dei sindacati si scaglia il Codacons. «I sistemi di videosorveglianza nelle aule», ha dichiarato il presidente, Carlo Rienzi, «sono l’ unica possibilità per evitare bullismo, maltrattamenti e veri e propri crimini che purtroppo, come ci insegnano i fatti di cronaca, sono sempre più numerosi nelle scuole italiane e aumentano di giorno in giorno». I docenti, dal canto loro, non sembrano rifuggire l’ ipotesi. Quelli aderenti al gruppo Fb professioneinsegnante.it, in particolare, sono favorevoli alle telecamere in aula ma da utilizzare solo nel momento in cui si verifica un episodio particolare e si deve capire meglio cosa è successo. Dovrebbe essere impossibile, per il resto, che chiunque possa «spiare» gli insegnanti. «I docenti», ha spiegato il professore Salvo Amato, che coordina la pagina, «non vogliono, giustamente, che le telecamere spiino il proprio lavoro: di qui la proposta di poter visionare quelle immagini solo nei casi di episodi che richiedano chiarezza». Amato ha poi spiegato che alcuni docenti hanno fatto notare che a fronte di alcuni episodi di violenza ai danni di professori, che sono emersi grazie ai cellulari che li hanno ripresi, altri accaduti sono passati in «sordina»: «Da questo punto di vista la presenza di telecamere potrebbe essere utile, come potrebbe esserlo quando ci sono accuse di violenze da parte di maestri nei confronti di bambini».
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