Tbc,prevenzione non rispettata controlli anche in altri reparti
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fonte:
- Il Messaggero
Non solo il reparto di Neonatologia del Policlinico Gemelli, adesso i carabinieri del Nas estenderanno controlli e verifiche anche alle altre corsie dell’ Ospedale. Perché se le misure di sicurezza adottate dal Gemelli sono risultate insufficienti per l’ infermiera di Neonatologia, che lo scorso 28 luglio ha scoperto di essere affetta da tubercolosi, ma già nel 2004 era risultata positiva al test, ci potrebbero essere altri casi all’ interno dell’ ospedale. Soprattutto alla luce del fatto che la donna, ancora ricoverata allo Spallanzani, aveva lavorato in passato nel reparto di Fisiopatologia respiratoria, proprio tra pazienti affetti da infezioni polmonari. Così anche altri dipendenti dell’ ospedale potrebbero essere entrati in contatto con la tbc e non saperlo. Sono questi i nuovi passi dell’ inchiesta sul contagio in corsia, partendo dalla conclusione che l’ infermiera di un reparto a rischio non fosse sottoposta ad adeguati controlli, neppure prima di essere trasferita a Neonatologia. Il procuratore aggiunto Leonardo Frisani e il pm Alberto Pioletti, titolari del fascicolo sul contagio di tbc che ha finora coinvolto 122 bambini nati nell’ ospedale, hanno così deciso di estendere i controlli. La linea difensiva, secondo la quale l’ infermiera della nursery potesse risultare positiva al test da anni soltanto in seguito a un vaccino, non ha convinto gli inquirenti. I pm hanno anche affidato una maxi consulenza per accertare se ci sia un nesso tra la malattia della donna e quella di una piccola paziente, nata al Gemelli e ammalata della stessa patologia dell’ infermiera. La piccola è stata dimessa ieri dall’ ospedale pediatrico Bambino Gesù. Sarebbe il primo ammalato. Gli altri 122 neonati sono risultati soltanto positivi al test. Gli inquirenti, che hanno ipotizzato il reato di epidemia colposa e l’ omissione di atti d’ ufficio, puntano a chiarire il ruolo dei responsabili dell’ ospedale. Tra i «quesiti» che il procuratore aggiunto Leonardo Frisani ha chiesto al team di esperti se «la positività alla tbc equivalga alla malattia» e «se c’ è un nesso di causalità tra la malattia della donna e quella dell’ unica bambina risultata ammalata». I consulenti dovranno anche chiarire se siano «state adottate idonee terapie a scongiurare il contagio» e «se siano stati effettuati controlli idonei». Ma anche «se la signora si sia ammalata per il contatto con il marito (affetto da tbc nel 2004 ndr) o con altri soggetti». Per la perizia gli inquirenti hanno dato un margine di sessanta giorni, ma in tempi brevi a piazzale Clodio dovrebbe arrivare una relazione preliminare. Intanto il Codacons lancia nuove accuse e il sospetto che i primi contagi possano in corsia essere avvenuti già nel 2005. L’ associazione per i diritti dei consumatori sollecita la Regione ad andare a ritroso con i controlli sui piccoli pazienti, annunciando anche rivelazioni choc nelle prossime ore. Sulla decisione dei pm è invece intervenuto il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini: «La procura farà chiarezza – ha commentato – ciascuno, in questo momento, ha il dovere di fare tutti gli approfondimenti che ritiene utili. Per dare certezze sulla salute dei bambini è anche necessario capire fino in fondo come sia potuto accadere. Speriamo che tutti questi elementi diano la risposta che tutti cerchiamo». Anche l’ avvocato del Policlinico Gemelli, Gaetano Scalise, ha accolto positivamente l’ iniziativa della Procura: «Vista la complessità del caso – ha dichiarato Scalise in riferimento alla perizia – è un’ opportuna decisione, un modo di muoversi prudente e i risultati potranno essere valutati insieme». RIPRODUZIONE RISERVATA.
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