TBC: SEQUESTRO GEMELLI, PROCURA DICE NO A CODACONS

(AGI) – Roma, 28 ott. – La Procura di Roma non pare intenzionata ad accogliere la richiesta, avanzata dal Codacons nei giorni scorsi, di sequestrare il Policlinico Gemelli per i casi di positivita’ alla tubercolosi di 122 neonati, contagiati da una infermiera in servizio presso il reparto di neonatologia. Ufficialmente l’esposto presentato dall’associazione dei consumatori non e’ ancora arrivato sul tavolo del pm Alberto Pioletti e neppure su quello del procuratore aggiunto Leonardo Frisani ma chi indaga avrebbe gia’ le idee chiare. Il Codacons e’ convinto che la procura debba applicare i sigilli al Policlinico perche’ "esistono casi dei 122 neonati nati al Gemelli e risultati positivi al test della tbc benche’ non siano transitati per il reparto" dove lavorava l’infermiera. Da qui l’ipotesi che esistano nell’ospedale altri focolai di trasmissione del batterio. L’argomentazione, pero’, non sembra convincere i magistrati di piazzale Clodio che, per non smentire quanto finora fatto su questa vicenda, intendono partire da un dato oggettivo certo e cioe’ la malattia dell’infermiera (in servizio in neonatologia dal febbraio del 2010) contratta, con buona probabilita’, quando prestava servizio presso il reparto di fisiopatologia polmonare. "Pensare che al Gemelli esistano altri veicoli di trasmissione della tbc – stanno ragionando a piazzale Clodio – significa anche ammettere che i focolai possano essere esterni al nosocomio. La tbc in questo modo potrebbe essere stata trasmessa da un qualunque cittadino che in questi mesi ha avuto accesso in ospedale, contribuendo cosi’ al contagio. Invece, l’elemento certo in nostro possesso, e da cui partire, e’ la malattia dell’infermiera". Ed e’ da questo punto di partenza che i magistrati hanno ipotizzato i reati di epidemia colposa e lesioni colpose a carico di sei persone, tra medici e amministrativi in servizio al Policlinico, e del medico di base che visito’ l’infermiera senza capire che era affetta da tbc. (AGI) Cop

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