Tbc, ora il Tar ordina i test sui bambini nati al Gemelli nel 2010
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fonte:
- Avvenire
I I l Tribunale amministrativo regionale ( Tar) del Lazio ha stabilito che dovranno essere eseguiti test per verificare la positività alla Tbc a tutti i bambini nati al Policlinico Gemelli da quando l’ infermiera, risultata malata a luglio 2011, prese servizio nel reparto Neonatologia, cioè da febbraio 2010. Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha chiesto un parere urgente al Consiglio superiore di sanità (Css) per una verifica scientifica della legittimità della decisione. E gli esperti insistono: la scelta del Tar crea perplessità dal punto di vista scientifico. Il Tar ha accolto parzialmente il ricorso del Codacons, e rifacendosi al «ritrovamento di numerosi casi di bambini, nati nel corso anche del 2010 in quel reparto, risultati positivi al test Tbc», ha giudicato che limitare i test al periodo da gennaio a luglio 2011 «non appare adeguatamente motivato anche alla luce del principio di precauzione e di prevenzione e tutela della salute». Il presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha dichiarato di prendere atto dell’ ordinanza del Tar, «di cui esamineremo in maniera approfondita il dispositivo». Il ministro Fazio ha chiesto un parere urgente al Css: «Non discuto le richieste del Codacons, né tanto meno le decisioni del Tar, ma dal punto di vista clinico valuteremo la questione e a breve esprimeremo la posizione del ministero se esista o meno una reale esigenza di estendere i test». La sentenza, dice il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza «desta molte perplessità e solleva una serie di problemi da affrontare attentamente ». Infatti sono «molto basse» le probabilità che i bambini siano stati infettati più di tre mesi prima della comparsa dei sintomi nell’ infermiera (aprile 2011). Inoltre «parliamo di bambini che da molti mesi sono fuori dall’ ospedale: chi ci dice, in caso di positività, che il contatto col batterio sia avvenuto al Gemelli?». Aggiunge Sergio Besozzi, presidente del Centro di formazione contro la Tbc: «Temo che la decisione sia un po’ figlia di una situazione di confusione, perché non ci sono supporti scientifici sufficienti. Sarebbe più opportuno circoscrivere la vicenda nei tempi reali per non creare una situazione di difficile comprensione». I giudici accolgono il ricorso del Codacons Rezza, Istituto di sanità: scelta che dà problemi.
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