Tbc, il Codacons denuncia l’unità di coordinamento della regione
-
fonte:
- Paese Sera
Nuova denuncia del Codacons in Procura. L’associazione annuncia infatti un ulteriore esposto per omissione di atti d’ufficio e concorso in epidemia colposa, nei confronti dei componenti l’Unità di coordinamento per il controllo della Tbc voluta dalla Regione Lazio, che si ostina a non voler estendere i test sui bimbi nati nel periodo in cui l’infermiera malata ha lavorato nel reparto neonatale del Gemelli". Così in una nota il Codacons.
“Il comportamento dell’Unità di coordinamento è assurdo – afferma il Presidente Carlo Rienzi – di fronte al caso di bambino positivo nato l’8 dicembre scorso, le analisi andrebbero estese in automatico, andando indietro nel tempo fino ad escludere la possibilità di ulteriori contagi. Anche il Comune di Roma, nella persona dell’assessore alle politiche sociali, Sveva Belviso, sostiene la nostra tesi, e ha chiesto alla Regione di estendere le analisi”.
"Laddove l’Unità di coordinamento – come apparso oggi sulla stampa – avesse davvero affermato che i controlli non devono andare indietro nel tempo perché così si sottoporrebbero a profilassi ingiustificate molti bambini, i suoi componenti sarebbero da licenziare immediatamente – si legge nel comunicato – infatti è ovvio che la richiesta del Codacons e del comune di Roma è di fare i test a tutti e non di fare la profilassi, che ovviamente riguarderebbe solo i bambini risultati positivi alle analisi"
Quanto all’affermazione secondo cui gli accertamenti devono essere fatti solo da quando la malattia è esplosa e per sole 12 settimane il Codacons, a sostegno della denuncia (cui si accompagna una diffida alla Regione a revocare subito l’incarico a chi ha rilasciato queste dichiarazioni, e si invita lo stesso a rassegnare le dimissioni) pubblica una parte del testo dell’Harrison dove il prof. Richard O’ Brian, responsabile del gruppo di ricerca sulla tbc di Atlanta e Mario Ravaglione della Oms scrivono: "La Tbc nelle prime fasi ha sintomi semplici e insidiosi che non si avvertono quasi come sudorazione, perdita di peso, mancanza di appetito, stanchezza, sicché il controllo della positività va fatto su tutti coloro che hanno avuto contatti con la persona ammalata ma anche molto prima che la malattia si sia manifestata in modo conclamato’. Intanto l’associazione svela un ulteriore retroscena relativo al bambino risultato positivo ai test, nato l’8 dicembre 2010. I genitori del bimbo, infatti, denunciano come il figlio sia stato escluso dalla profilassi e non abbia ricevuto alcun supporto dal Gemelli e dalla Regione, con la conseguenza che l’antibiotico per la cura della tubercolosi deve essere acquistato interamente a loro spese".
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- SANITA'