Tbc, cresce la paura “Il mio bambino nato un anno fa e positivo al test”
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fonte:
- Corriere.it
ROMA – "È pazzesco: mio figlio è nato sanissimo il 17 settembre di un anno fa al Gemelli e mi hanno appena detto che è positivo alla tubercolosi, ma che non l’ ha presa lì. E allora dove l’ ha presa? Siamo avvelenati". Non si dà pace Rosalia Bassi, disoccupata di 33 anni. Abita alla borgata Ottavia con il marito Alessandro, 31, che lavora in un bar di famiglia, e il piccolo. Dopo giorni di preoccupazione e angoscia leggendo giornali e sentendo i tg sul caso dei 122 neonati positivi (più uno venuto al mondo l’ 8 dicembre 2010 ndr), lunedì è corsa nel Policlinico dove aveva partorito ed ha sottoposto il bambino al test. "Quando ho letto sul referto "positivo" mi è caduto il mondo addosso – racconta con voce alterata – ma mi sono infuriata quando mi alcuni medici hanno provato a tranquillizzarmi spiegandomi che il bimbo potrebbe avere preso la tbc ovunque e che a Roma tanti sono positivi, ma non lo sanno". Dal Gemelli, replica il professor Costantino Romagnoli, direttore del dipartimento di Scienze pediatriche e responsabile dello screening sui neonati positivi: "Non posso escludere, ma neanche correlare questo caso all’ infermiera infetta. E nessun medico può dire che di certo è stata l’ infermiera a trasmettere il bacillo a questo bimbo che può averla contratta ovunque, per le scale di casa, al supermercato, in strada. Escludo però che ci possano essere altri focolai: i test su tutto il personale sono negativi". Il Codacons intraprende una class action contro il Gemelli La mamma del bambino sottolinea: "Mio figlio è quasi sempre a casa, usciamo pochissimo e non abbiamo di certo frequentato luoghi a rischio: è chiaro che il piccolo ha preso la Tbc al Gemelli. E mo’ devo fare i controlli pure io che sono stata tre giorni ricoverata. Lui è stato nel nido dalle 23 alle 6 di mattina: per il resto era sempre al mio fianco in stanza". Poi con la memoria la donna torna a prima del parto: "Ci siamo affidati con tanta fiducia a questo ospedale e ora la ricompensa potrebbe essere dover dare per 6 mesi antibiotici a nostro figlio: le sembra una cosa concepibile? Mio marito è indiavolato…". Già lunedì marito e moglie, persa la fiducia nell’ ospedale del Papa, hanno preso appuntamento nel Bambino Gesù per vedere come affrontare la situazione. La scoperta di questo nuovo caso potrebbe riaprire le polemiche, ma Romagnoli precisa: "Se ci si allontana troppo tra l’ insorgenza dei sintomi della Tbc sull’ infermiera e il suo contatto con i neonati positivi, diventa impossibile dimostrare scientificamente che viene da lei la trasmissione del batterio". Inoltre l’ esperto aggiunge : "Il 40% dei bimbi positivi alla Tbc guariscono spontaneamente: tocca al pediatra decidere, caso per caso, se bisogna prescrivere antibiotici oppure no. Questa famiglia ha rifiutato la visita dall’ infettivologo: per fortuna il piccolo sta bene e al momento della nascita, un anno fa, l’ infermiera non era contagiosa". Comunque Romagnoli vuole fugare alcuni sospetti avanzati nei giorni scorsi da molte famiglie: "Qualcuno teme eventuali effetti collaterali degli antibiotici sui neonati: in effetti ci potrebbe essere qualche reazione al fegato per le prime settimane, ma la tossicità del farmaco è bassa e poi i bimbi guariranno tutti dalla Tbc". La nipote di Romagnoli è nata al Gemelli il 27 luglio 2010 "e non le farò il test: la correlazione con l’ infermiera sarebbe impossibile – sussurra l’ esperto – ma temo che si possa scatenare una guerra per i risarcimenti e per paura tutti corrano a fare il test. Sarebbe inutile. Meglio parlare col pediatra".
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