6 Settembre 2011

Tbc al Gemelli indagati i vertici dell’ospedale

Roma. Arrivano le prime iscrizioni sul registro degli indagati per il contagio di Tbc al Policlinico Gemelli. La procura ha ipotizzato il reato di epidemia colposa nei confronti dei vertici dell’ ospedale. Ma per i pm si configura anche l’ omissione di atti d’ ufficio per i mancati, o insufficienti, controlli sull’ infermiera, che il 28 luglio ha scoperto di essere affetta da tubercolosi polmonare, ma già nel 2004 era risultata positiva ai test. I protocolli sono risultati inadeguati e comunque non hanno funzionato. Adesso il procuratore aggiunto Leonardo Frisani e il pm Alberto Pioletti, titolari del fascicolo, hanno affidato una consulenza per stabilire se il reato che si configura sia effettivamente quello di epidemia colposa. Perché finora i 122 bambini, nati al Gemelli e ospitati nella nursery dove la donna lavorava, sono soltanto risultati positivi al test, ma nessuno ha contratto la malattia. Gli esperti terranno anche conto del fatto che i tempi di incubazione della tubercolosi polmonare talvolta durano anche anni. Intanto il numero dei piccoli che sono venuti a contatto con il virus sembra destinato a salire ancora. Ieri altri sette si sono aggiunti all’ elenco. Nelle settimane scorse i dirigenti dell’ ospedale erano stati convocati in procura per fornire elementi sulle procedure seguite al Policlinico e per spiegare come mai l’ infermiera, già risultata positiva al test della tbc, non fosse poi stata allontanata dai reparti o comunque sottoposta a costanti controlli per evitare conseguenze sui pazienti. E le spiegazioni fornite non avevano convinto gli inquirenti. Soprattutto la giustificazione che la positività della donna all’ esame per la tubercolosi fosse determinata proprio dal vaccino contro la malattia, al quale si era sottoposta poco prima. Le verifiche e gli eventuali screening eseguiti dall’ ospedale sono ancora oggetto di indagine, ma alla luce dei fatti sono comunque risultati del tutto inadeguati. Anche l’ audizione della donna, sentita all’ ospedale Spallanzani, dov’ è tuttora ricoverata, avrebbe convinto gli inquirenti dell’ insufficienza delle misure assunte per evitare il rischio di contagio. Intanto il Nas dei carabinieri, delegato agli accertamenti, tenta di stabilire in quale occasione l’ infermiera possa essere venuta in contatto con il virus. Sono ancora in corso gli accertamenti sullo stato di salute del marito dell’ infermiera e sui contenuti delle denunce del Codacons, secondo il quale l’ uomo era affetto da tubercolosi. Per questo i pm lo convocheranno in procura nei prossimi giorni. I carabinieri continuano anche ad acquisire nuove cartelle cliniche e altri documenti indispensabili per definire quali eventuali responsabilità possano profilarsi per i manager del Policlinico: oggi, gli investigatori si presenteranno all’ Ospedale Bambino Gesù, dove è stato ricoverato un bimbo, nato al Gemelli e, presumibilmente, positivo al test della Tbc. Una procedura lunga che prevede anche una rogatoria. Ieri si è anche riunita l’ Unità di coordinamento della Regione Lazio, presieduta da Renata Polverini, istituita per gestire l’ attività di controllo sui nati al Gemelli. E lo screening, che finora ha riguardato il 93,01% dei neonati inseriti nel programma di sorveglianza, ha dato altri test positivi al virus. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

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