TBC AL GEMELLI: CODACONS SCRIVE A PAPA FRANCESCO
INTERVENGA IL PONTEFICE A TUTELA DELLE FAMIGLIE DEI BAMBINI COINVOLTI NELLO SCANDALO SANITARIO
Il Codacons ha inviato un accorato appello a Papa Francesco in merito al caso della tbc all’ospedale Gemelli. La vicenda, che ha gettato nello sconforto i genitori dei bimbi coinvolti nel grave scandalo sanitario, sembra ben lontana dal vedere una soluzione nonostante il dolore patito dalle famiglie e le sofferenze fisiche e psicologiche perpetrate ai neonati, costretti a sottoporsi a dure profilassi dopo essere risultati positivi ai test. Sofferenze che ora, a livello processuale e dopo 5 anni di travaglio, rischiano di restare impunite.
Si legge nella lettera inviata dal Codacons al Pontefice:
“Santo Padre, Le scrivo in qualità di Presidente del Codacons e ci rivolgiamo nuovamente a Lei affinché possa intervenire per aiutare le famiglie dei bambini coinvolti nella triste vicenda accaduta nel 2011 al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Come ricorderà, un’infermiera del reparto neonatale del suddetto nosocomio, malata di tubercolosi, per mesi ha prestato la sua attività nel reparto con la conseguenza che 188 bambini – nati nel nosocomio tra il gennaio ed il luglio 2011 – hanno dovuto fare, per sei mesi, pesantissime cure chemioprofilattiche per scongiurare il contagio, ed altri 2000 bambini soso stati sottoposti, a pochi mesi di vita, a prelievi dolorosissimi. Una bambina, invece, ha sviluppato la malattia.
Purtroppo il comportamento negligente, imprudente, consistita nell’inosservanza di leggi e regolamenti di coloro che avrebbero dovuto garantire un ambiente salubre all’interno del reparto di neonatologia dell’Ospedale Policlinico “Agostino Gemelli” ha fatto sì che i bimbi siano venuti alla luce in un contesto nel quale è stato consentito che un’infermiera di questo delicatissimo reparto, continuasse a prestare il proprio lavoro nonostante avesse in atto una malattia altamente contagiosa e pericolosa per la salute. Nonostante siano trascorsi cinque anni dal momento del contagio, non è stato ottenuta alcuna forma di tutela dal sistema giudiziario italiano, né tantomeno alcun risarcimento per le famiglie.
Peraltro, dai giornali abbiamo appreso la notizia che il 22 febbraio per uno degli illustri imputati, Costantino Romagnoli, il processo a suo carico si è concluso davanti al giudice monocratico del tribunale penale con la esigua condanna al pagamento di una multa di 200 euro. Teniamo a precisare che il professor Costantino Romagnoli all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di direttore del Dipartimento del reparto pediatrico.
A questo punto ciò che ci conforta è la fede in Dio del quale Lei è Illustre vicario in terra. La speranza è che Sua Santità possa dare la benedizione attraverso la Sua illuminata parola, alle famiglie coinvolte in questa spiacevole vicenda e che grazie al Suo intervento sia possibile ottenere un po’ di giustizia per tutti i bambini ed i loro genitori che tanto hanno sofferto per questa vicenda”.
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