15 Settembre 2011

Tbc al Gemelli altri 3 casi sospetti tra gli infermieri

Tbc al Gemelli altri 3 casi sospetti tra gli infermieri
 

 Roma.Anche tre colleghi dell’ infermiera del reparto di neonatologia del Gemelli malata di tubercolosi potrebbero essere stati contagiati. È quanto mai importante usare il condizionale, ma i primi risultati sui test in corso su circa 200 dipendenti del Gemelli che hanno avuto contatto con l’ infermiera hanno dato un primo responso positivo in tre casi. Ora servirà un ulteriore approfondimento per verificare se si tratta di un contagio recente e riconducibile alla malattia dell’ infermiera. Tenendo conto che l’ infermiera ha contagiato 122 bambini (forse qualcuno di più, visto che sono ora in corso i richiami dei piccoli che avevano meno di 12 settimane quando sono stati esaminati la prima volta) è probabile che anche qualche collega sia venuto a contatto con il bacillo. Con due precisazioni importanti: non sono malati e non sono a loro volta contagiosi. A Roma, intanto, il Campidoglio ha deciso di inviare una circolare ad asili nido e scuole materne in cui si forniscono indicazioni sulla tubercolosi e su come si può diffondere. Secondo il Codacons, poi un bimbo nato a maggio 2010 – quasi un anno prima dei sintomi di malattia dell’ infermiera – sarebbe positivo al test. Afferma il presidente dell’ associazione, Carlo Rienzi: «Oramai non ci sono solo casi di contagio risalenti allo scorso anno, ma addirittura anche le mamme sono positive ai test. Ci vogliono subito controlli su tutte le madri che hanno frequentato asili nido tra luglio 2009 e luglio 2010 per escludere un effetto domino nei contagi». Si riferisce al caso della madre di un bimbo nato a luglio 2011 (positivo) risultata positiva al test della tubercolosi polmonare. Replica il presidente della Regione, Renata Polverini: «Abbiamo fatto tutto quello che i protocolli internazionali prevedevano. Ora la parola passa agli organismi giudiziari che stanno procedendo e al Gemelli, che ha mantenuto un’ unità di controllo per i test». Ma osserva il consigliere regionale Giuseppe Melpignano, neonatologo : «In Italia vi sono 7 milioni di persone positive, spesso senza saperlo». Dunque, la madre positiva potrebbe essere stata contagiata molto tempo fa, non al Gemelli. Non solo: il bambino di cui parla il Codacons potrebbe avere avuto contatto con il bacillo fuori dall’ ospedale. Inoltre il test usato (Quantiferon) per un contatto con il bacillo avvenuto non di recente non è attendibile: sul bimbo nato a maggio 2010 servirebbe una controprova con un altro tipo di test, quello intradermo. Ma ieri è emerso un altro problema, nel corso della riunione della commissione regionale sulla sicurezza sul lavoro presieduta da Luigi Abate. Osserva Giuseppe Scaramuzza, leader laziale del Tribunale del Malato: «Nel febbraio 2010 l’ infermiera è stata trasferita da Pneumologia, dove potrebbe avere avuto il contatto con il bacillo, a Neonatologia: ma i controlli non sono stati sufficienti». In sintesi: se fosse stato rilevato allora che l’ infermiera era positiva alla Tbc si poteva attivare un monitoraggio periodico che avrebbe individuato l’ insorgere delle malattia. E se ieri il Pd addirittura chiedeva di «sospendere i parti al Gemelli», il rettore della Cattolica, Lorenzo Orenghi, ha scritto una lettera a tutto il personale in cui afferma: «Il Policlinico sta vivendo una delle fasi più gravi della sua storia. Soprattutto per coloro che al Gemelli ogni giorno prestano la loro opera». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

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