21 Maggio 2014

Tasi, spunta l’ipotesi di un rinvio a ottobre

Tasi, spunta l’ipotesi di un rinvio a ottobre

 
ROMA – La Tasi slitta di 3 mesi, dal 16 giugno al 16 settembre (anche se il comunicato del Tesoro non indica precisamente il giorno) per quasi la totalità dei contribuenti, più o meno il 90%. Ma non è escluso che lo slittamento possa arrivare fino ad ottobre. Così come si moltiplicano le voci di un possibile slittamento (per i Caf, non per il pagamento) per il modello 730. Una certezza rimane: l’ Imu sulle seconde case si paga come sempre a giugno. Al momento solo il 10% dei comuni ha deliberato sulle aliquote Tasi e messo quindi i cittadini in grado di pagare. Ma contro la soluzione tecnica individuata l’ altro ieri dal governo ci sono già le prime iniziative: il comune di Varese chiederà alla Consulta di pronunciarsi sulla costituzionalità dell’ intera tassa. I consumatori del Codacons ritengono che la scelta dello slittamento sia stata presa «senza alcun valido motivo che giustifichi questa differenza, dato che i Comuni hanno avuto tutto il tempo necessario per deliberare le aliquote». Al di là delle molte dichiarazioni politiche “influenzate” dal voto (europee-amministrative) di domenica, gli operatori appaiono decisamente preoccupati: «L’ applicazione della Tasi, oltre a rappresentare un consistente incremento di tassazione che le imprese, stremate da una crisi infinita, avranno difficoltà a sostenere – dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – sarà, in termini di adempimenti, un groviglio che poteva e doveva essere evitato». Una scelta «insufficiente» secondo Rete Imprese. Mentre la Cisl chiede di rimettere mano al sistema di imposizione sulla casa, «recuperando una maggiore equità e progressività nella tassazione». Così mentre il presidente dell’ Anci (Comuni), Piero Fassino, parlava di «soluzione più ragionevole» sono comunque molti i primi cittadini che dovranno far slittare il pagamento con probabili problemi di cassa. Per sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, «non riscuotere la prima rata Tasi significa comunque creare problemi di liquidità ai comuni. Il comparto enti locali è stato massacrato, non solo per i tagli, quanto per i cambiamenti continui nel quadro fiscale: 32 sono troppi, tutto diventa incerto e ingestibile. I sindaci e le giunte non hanno colpe: nessuno può fare un minimo di programmazione di bilancio in condizioni del genere». Orsoni è critico anche sulla decisione di mettere insieme Imu e Tasi: «È come sommare pere e mele. Se il cittadino alla fine pagherà di più non lo so, bisogna verificare caso per caso. Mi sembrerebbe opportuno che tutta l’ Imu andasse ai Comuni, anche la quota che si trattiene lo Stato: devono avere proprie entrate tributarie». Ma il nodo, quello al quale si riferisce anche Sangalli, riguarda l’ attuazione: ad esempio secondo la Uil, su 32 città-capoluogo che hanno deliberato la Tasi, in 12 si pagherà più dell’ Imu versata nel 2012. E ancora: alla fine – sempre secondo la Uil – si avranno sicuramente 8.092 applicazioni diverse della Tasi e si rischia di avere oltre 75mila combinazioni differenti di detrazioni per l’ imposta. Insomma «un ginepraio». Ma in queste ore l’ attenzione è sullo slittamento: per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ad esempio «un simile provvedimento viola la Costituzione, che all’ articolo 3 sancisce l’ assoluta uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge». Il Codacons sta dunque studiando le possibili azioni legali da intraprendere contro «una misura ingiusta che crea disparità di trattamento tra i cittadini, per causa imputabili unicamente alla pubblica amministrazione». Interpellato sull’ argomento, però, il costituzionalista Massimo Siclari, si mostra cauto: «Ad una prima analisi non ravviso una violazione dell’ articolo 3 della Costituzione. Si tratta di una scelta dettata unicamente da motivi organizzativi e legata ai ritardi di alcuni Comuni. Mi sembra che siamo di fronte più a una diseguaglianza di diritto che a una diseguaglianza di fatto».

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