17 Ottobre 2005

Tarquinia si sveglia e dice no al carbone

Sabato scorso per due ore, a Tarquinia, tutti attorno al piccolo palco allestito in piazza Cavour dal comitato spontaneo ?no coke?. Cittadini e politici di ogni credo, della Tuscia e della provincia di Roma, che scendono in piazza per dire ?no al carbone? nelle centrali Enel. Una lunga lista di interventi, da quello del sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, a quelli del presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli e dei due assessori regionali presenti Angelo Bonelli (all?Ambiente) e Regino Brachetti (agli Enti locali). Grande attenzione sugli interventi di Lorenzo Parlati di Legambiente Lazio, e sugli sconvolgenti dati riportati dal rappresentante dei 360 medici che hanno aderito al movimento ?no coke?.
C?è anche una contestazione di un gruppo che polemizza sul mancato intervento del consigliere regionale Giuseppe Parroncini (per impegni costretto a lasciare Tarquinia): l?episodio è lo spunto per protestare contro il presunto «immobilismo dei Ds alla Regione». I lavori di riconversione a Torrevandaliga Nord, a Civitavecchia, sono iniziati. Ladispoli, Allumiere, la Provincia di Roma e Codacons hanno avviato una causa all?Enel per i danni all?ambiente e alla salute prodotti. La Tarquinia del ?tanto se vogliono lo fanno?, sembra d?improvviso lontana: la gente s?è risvegliata, firma la petizione del no al carbone per Civitavecchia e Montalto, si dice «pronta a scendere in piazza, bloccare l?Aurelia, invadere le centrali Enel e la Regione». E se «Marrazzo aveva detto ?niente carbone nella mia regione? – dice 3il comitato ?no coke? – ci dimostri che non erano chiacchiere».Costretta al centro del polo energetico più grande d?Europa, con lo spettro di una terza, più piccola centrale a biomassa (c?è un progetto al confine con Tuscania), Tarquinia si chiede cosa ne sarà di un?economia agricola che con il carbone non potrà più contare su ortaggi, frutta, viti. Ma solo su coltivazioni ?no food? (non mangiabili) nel raggio di 30 km dalle centrali. E cosa significherà, allora, per la salute in un territorio dove l?incidenza dei tumori, delle malattie cardiovascolari e respiratorie, risulta già alta? Tarquinia, d?improvviso, ha deciso che non vuole arrendersi.

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