Tariffe, per rincari 180.000 lire in più
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fonte:
- Il Tempo
ROMA – Si annuncia un luglio caldo per le famiglie italiane che, a causa dei rincari, spenderanno in media 180 mila lire in più al mese. È questa la cifra stimata dal Codacons che, per soccorrere i portafogli dei consumatori, ha redatto una guida pratica nella quale mette consigli tecnici, un pizzico di ironia e qualche rimedio della nonna. Contro i rincari del canone Telecom e gli aumenti delle polizze Rc Auto la soluzione è drastica: «disdire il contratto» e «rivolgersi altrove». Riguardo all`aumento del canone telefonico (da 19.800 a 20.700 lire), Codacons ha impugnato al Tar il provvedimento che autorizza l`aumento e nello stesso tempo consiglia agli utenti di «passare a compagnie più convenienti che prevedono abbonamenti «tutto compreso».
Contro il rincaro delle Rc auto (con oscillazioni previste fra il 15 e il 100%), la soluzione è di cercare la «compagnia più economica, anche rivolgendosi a un broker assicurativo che tratta tante compagnie», e per questo Codancons consiglia la Società Italiana Brokers che propone polizze prive di aumento.
Contro gli aumenti della benzina, Codacons consiglia di «rifornirsi presso i 1200 distributori indipendenti presenti sul territorio nazionale che praticano prezzi decisamente inferiori».
Dal rincaro dei pedaggi autostradali e dei biglietti aerei e ferroviari non si scappa, ma se il servizio non è adeguato Codacons invita i viaggiatori a chiedere il risarcimento dei danni e il rimborso di pedaggio e biglietti. Il risarcimento danni può essere chiesto nel caso di code chilometriche in autostrada, dovute agli «interminabili lavori in corso», o nel caso di «voli cancellati, ritardi, trasporti al limite della resistenza umana». «Gli utenti – si legge in un comunicato – possono e debbono chiedere un equo risarcimento, rivolgendosi all`associazione oppure direttamente al Giudice di Pace».
I vecchi rimedi della nonna possono invece soccorrere contro il caro farmaci, parola di Codacons, che avverte i consumatori «basatevi sul principio attivo di cui si necessita e non sulla marca».
Poco da fare per gli aumenti di caffè, cappuccino e succhi di frutta. Qui l`unico rimedio è il sano «tirare la cinghia», limitando il «consumo di questi generi quando si è fuori dalla propria abitazione e costretti a consumare in un bar».
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