13 Aprile 2016

Tar: no all’ election day, confermato il referendum del 17 aprileCodacons: «Spreco di 300 milioni»

Tar: no all’ election day, confermato il referendum del 17 aprileCodacons: «Spreco di 300 milioni»
i
giudici amministrativi hanno respinto il ricorso del codacons, che
chiedeva di unificare la data del referendum con quella delle elezioni
amministrative. l’ associazione di consumatori ha annunciato appello al
consiglio di stato

Nessun «Election Day», resta confermata il 17 aprile, domenica prossima, la data per il referendum sulle trivellazioni, mentre a giugno si terranno le elezioni amministrative. L’ ha deciso il Tar del Lazio con due ordinanze con le quali ha respinto le richieste del Codacons e dei Radicali. Il Codacons, con il suo presidente Carlo Rienzi, ha annunciato che domattina sarà presentato appello al Consiglio di Stato. Per il Codacons la non unificazione di referendum e amministrative produrrà tra l’ altro un danno economico per le tasche dei contribuenti stimato in oltre 300 milioni di euro; i Radicali, invece, accusano il governo di aver boicottato il referendum sulle trivelle violando il diritto a una corretta informazione da parte dei cittadini. Ma per il Tar «non appaiono ravvisabili elementi sufficienti a rivelare l’ irragionevolezza e/o illogicità della scelta della data del 17 aprile 2016». Specie, ove si tenga conto che: «la data in questione risulta in sintonia con l’ indicazione temporale dall’ art. 34 della legge n. 352 del 1970, posto che corrisponde ad una `domenica ricompresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno´; – si legge nelle ordinanze – il termine intercorrente tra la data di adozione del decreto e la data del voto referendario non appare inidonea a garantire una corretta informativa degli elettori e, ancora, rivelatore di una concreta ed effettiva violazione di `standard internazionali´ sottoscritti dall’ Italia, di cui non può comunque sottacersi il carattere non vincolante; nessuna prescrizione di legge impone o anche semplicemente rivela un orientamento di favore del legislatore per la concentrazione in una medesima data dell’ espletamento delle consultazioni referendarie e delle operazioni elettorali amministrative, sempre che ovviamente ne sussistano le condizioni; e non può, peraltro, essere trascurato che l’ Amministrazione ha rappresentato di aver già proceduto ad una serie di adempimenti, con la conseguenza che l’ impiego di spesa ovvero gli esborsi su cui i ricorrenti avevano, tra l’ altro, fondato la domanda cautelare è da considerare almeno in parte già avvenuto e, dunque, non altrimenti ovviabile».
valentina santarpia
 

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