Tanzi, un’ altra condanna ma il “tesoro” è introvabile
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fonte:
- La Sicilia.it
Giorgia Bentivogli Bologna. Diciassette anni e 10 mesi a Calisto Tanzi. Quasi dieci (nove anni e 11 mesi e 20 giorni) a Fausto Tonna. È la decisione dei giudici della corte d’ appello di Bologna per il crac della Parmalat, che nel 2003 affondò in una voragine da 14 miliardi di euro. In primo grado a Parma per l’ ex patron e per l’ ex direttore finanziario la condanna era stata rispettivamente a 18 e 14 anni. Il procuratore generale Alberto Candi aveva chiesto un leggero aumento per Tanzi (18 anni e 3 mesi) e una riduzione per Tonna a 10 anni. In aula ieri non era presente nessuno dei due. Per l’ ex cavaliere del lavoro ha parlato uno dei legali, avvocato Fabio Belloni. «La sentenza sostanzialmente è in linea con le previsioni. Ho notato un lavorio della Corte che su alcune imputazioni è stato intenso. Quindi dovremo leggere la sentenza per capirne gli effetti finali – ha continuato Belloni – C’ è stato l’ accoglimento parziale dell’ appello della Procura, ma con dichiarazioni di assorbimento di altri capi di imputazione. Certamente alcuni temi rimangono irrisolti e pertanto verranno devoluti alla Corte di Cassazione». Tanzi, detenuto dal 5 maggio 2011 dopo che la condanna di Milano è diventata definitiva, è sempre ricoverato detenuto in ospedale a Parma. Il 15 maggio dovrebbe arrivare la decisione della Sorveglianza, cui i suoi legali chiedono da mesi la concessione della detenzione domiciliare. «Porterò sempre il peso indelebile per le sofferenze causate a quanti, per colpa mia, hanno subito danni. Sono pienamente consapevole degli errori che sono stati commessi», aveva detto nell’ udienza dello scorso 26 marzo. Ieri per Davide Fratta e Giuliano Panizzi, due dei 15 imputati per il crac, la Corte ha deciso il non luogo a procedere per sopravvenuta prescrizione. A entrambi, condannati in primo grado a 4 anni, infatti l’ accusa di bancarotta fraudolenta è stata derubricata in bancarotta semplice. Per tutti gli altri ci sono stati ritocchi o conferme del primo grado. Fratta, l’ unico imputato in aula, ha detto di essere «tornato a vivere». Infine, sostanziale conferma dei risarcimenti per le parti civili, come chiesto dall’ accusa. A parte un distinguo per le posizioni di tre imputati condannati per bancarotta semplice (oltre a Giuliano Panizzi e Davide Fratta, Sergio Erede) la sentenza conferma la provvisionale immediatamente esecutiva da due miliardi dovuta alla Parmalat in amministrazione straordinaria e di circa 30 milioni dovuti allo stesso titolo ai circa 38 mila risparmiatori truffati dai titoli di Collecchio. Una conferma attesa, visto che già a novembre i giudici della Corte di Bologna rigettarono il ricorso degli imputati per la sospensione della provvisionale record. Anche se, oggi come allora, il problema resta trovare i beni su cui le parti potranno rivalersi, dato che il presunto “tesoro” di Calisto Tanzi non è stato trovato e che i patrimoni degli imputati da soli non consentono di coprire la cifra astronomica della provvisionale. Non a caso, ha ricordato l’ avvocato Carlo Federico Grosso (che tutela 32.000 parti civili) è stata in passato seguita la via delle transazioni con banche e società di revisione, che ha consentito «il recupero di buona parte del danno». Per il presidente Codacons, Carlo Rienzi, le banche italiane «che nella vicenda Parmalat hanno avuto un ruolo essenziale, meriterebbero la medesima condanna inflitta a Tanzi». «Gli istituti di credito, infatti, hanno piazzato ai piccoli risparmiatori i titoli della società di Collecchio, ben consapevoli degli elevati rischi di tali investimenti, portando migliaia di famiglie a perdere tutti i propri risparmi» ha detto. Per questo al Codacons «non può bastare la condanna a Calisto Tanzi: anche le banche meritano una pena esemplare». Il Codacons ha ricordato che numerosi tribunali hanno riconosciuto le responsabilità delle banche, ordinando loro di rimborsare integralmente i risparmiatori ai quali avevano venduto titoli spazzatura della Parmalat. «Chiunque voglia agire contro gli istituti di credito per recuperare i propri investimenti, può seguire le istruzioni riportate sul sito dell’ associazione». 24/04/2012.
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