5 Settembre 2010

Tanto tuonò che piovve.

ROMA – Tanto tuonò che piovve. A forza di interrompere gli inni nazionali, strozzare la gioia per il risultato raggiunto e altre intrusioni, la pubblicità televisiva ha compiuto il delitto perfetto: cancellare il gol della Nazionale. E senza attenuanti: il misfatto telesportivo è accaduto sui canali del servizio pubblico. Ora la Rai, che promette di non farlo più senza dire però come, rischia una multa pesante, addirittura una class action risarcitoria, ma soprattutto perde ancora un pezzo della residua credibilità. Se la colpa per la messa in onda del minspot che ha inpedito di vedere in diretta il gol di Cassano è del coordinatore giornalistico Alessando Forti, la vicenda ha mostrato una volta di più impaccio e scarsa presenza di spirito dei telecronisti del servizio pubblico. Bruno Gentili, che debuttava, non poteva farlo in modo peggiore. Ma l’ ex radiocronista è solo l’ ultimo di una catena di professionisti di cui l’ arrivo sul mercato televisivo delle tv satellitari e digitali a pagamento ha messo in rilievo impietosamente i limiti e che la critica specializzata bastona quasi quotidianamente. Giovanni Bruno, che ha guidato Rai Sport e fatto nascere la redazione sportiva di Sky. Ha una spiegazione per questa deriva. «La Rai non trasmette ormai più partite i diretta se no gli Azzurri. I telecornisti mancano di allenamento». Da gentiluomo poi Bruno ricorda che anche a lui capito di perdere uno speronamento di Azzurra alla partenza di una regata dell’ America’ s Cup per colpa di uno spot. Intanto però la la Rai da ieri "vanta" il nuovo record auditel di otto milioni e 134.000 telespettatori che "non" hanno visto un gol della Nazionale. Era già successo per partite di minor inportanza, sempre per colpa dei maledetti minispot, flash di 5-10 secondi che interrompono gli eventi sportivi. Non era mai successo con la Nazionale. «’ Un errore, ci scusiamo con tutti», dice il direttore di Rai Sport, Eugenio De Paoli. «Purtroppo – aggiunge – è successa una serie di combinazioni incredibili: ma lo sbaglio resta’ ‘ . De Paoli ha parlato con il direttore generale della Rai Mauro Masi e gli assicurato l’ impegno perché «errori del genere non debbano mai più succedere». Ma mancano indicazioni concrete su come si procederà in futuro. La Rai, per contratto, doveva trasmettere 3 mini-spot in tutto l’ incontro, ma nel primo tempo non c’ era stata l’ occasione. Così, venerdì sera, verso il quindicesimo della ripresa, con il cambio Pepe-Quagliarella, si va in pubblicità. Ma la sostituzione è velocissima e Pirlo riavvia subito il gioco. Cross e gol. E la frittata per la Rai è fatta. Per Gentili, in un certo senso, è «colpa del regista del Milan». Ma non è così. Se no potrebbe essere il calciatore a pagare l’ eventuale risarcimento agli spettatori che il Codacons assicura essere possibili citando anche dei precedenti: Tele+ fu condannata a rifondere mille euro a un utente. C’ è anche la possibilità di una multa. Con un provvedimento adottato nel luglio 2005, l’ Agcom aveva infatti già stabilito che, fermo restando il divieto di interrompere l’ azione di gioco, le tv possono trasmettere minispot durante le partite soltanto durante le pause. L’ Autorità ha recentemente chiarito che la pubblicità è ammessa soltanto in coincidenza con "le sostituzioni, l’ accertamento degli infortuni dei giocatori, il trasporto dei calciatori infortunati fuori del terreno di gioco». Nel giugno scorso poi sono finiti nel mirino delle Fiamme gialle 25 incontri di Champions League e Europa League, e di Coppa della stagione 2009-2010. Durante le partite, tutte trasmesse in prime time, sarebbero stati mandati in onda brevi messaggi pubblicitari irregolari.Il tetto massimo di sanzione previsto arriva fino a 258 mila euro. RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

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